Polizia di Stato e Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità insieme per contrastare i rischi dei minori in rete.
E’ stato infatti firmato, come riporta su Facebook la Polizia Postale, l’accordo tra la Polizia di Stato e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità diretto a rafforzare il sistema di tutele nei confronti dei minori dai pericoli del web.
L’accordo, sottoscritto dal Capo della Polizia e Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Franco Gabrielli e dal Capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità Gemma Tuccillo, sancisce una collaborazione, avviata da tempo, che si pone in continuità con gli adempimenti recentemente introdotti dalla legge sul cyberbullismo.
L’obiettivo primario è il rafforzamento delle tutele dei minori sul web attraverso la costruzione di un capillare sistema di intervento in grado di intercettare e prevenire i fattori di rischio, nonché definire prassi operative e modelli organizzativi idonei a proteggere adeguatamente le fragilità specifiche dei minori.
Le linee di azione stabilite dal protocollo prevedono lo sviluppo di studi e ricerche su temi emergenti della devianza minorile online, la realizzazione di iniziative congiunte di sensibilizzazione e trattamento dei fenomeni criminosi, nonché la formazione degli operatori della Giustizia Minorile e della Sicurezza.
L’attenzione sarà rivolta non solo al contrasto dei reati ma a tutte le forme di prevaricazione e aggressione connesse a un uso distorto del web e dei social network da parte di minorenni.
D’altronde i dati relativi al rischio online sembrano davvero richiedere un impegno integrato e coordinato per realizzare risposte tempestive ed efficaci alla domanda di sicurezza e tutela dei più giovani, così fortemente attratti dalle nuove tecnologie. I fenomeni di prevaricazione in rete, infatti, sono in aumento: nel 2017 la Polizia Postale ha raccolto 325 denunce e sono stati 37 i minori denunciati all’Autorità Giudiziaria. 394, invece, i casi trattati di adescamento in rete a danno di bambini e ragazzi, mentre proliferano i gruppi social su patologie alimentari e comportamenti di autolesionismo.
– Maria De Paola –
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