Per l’esercito di Carlo V di passaggio per il Vallo di Diano una imponente tavolata lunga da Padula a Polla.
Che il Vallo di Diano non sia stato, nei secoli, una zona isolata e depressa vissuta ai margini della storia, è dovuto al fatto che esso si trovava lungo l’antica strada romana che da Capua si estendeva fino a Reggio e che pertanto era percorsa dagli eserciti che transitavano nell’Italia meridionale, a cominciare da quello di Annibale con gli elefanti (fine del III sec. a. C.) fino a Garibaldi coi Mille (1860). Sta di fatto che tale strada era definita, negli antichi documenti del Vallo, “via militare”.
Nel 1535 il Vallo venne attraversato dall’esercito di Carlo V di ritorno dall’impresa di Tunisi. Era il 10 agosto e l’imperatore con la sua armata (circa 3000 uomini) furono alloggiati nella Certosa di Padula, dove i frati prepararono, tra l’altro, la leggendaria frittata di mille uova, come affermano diverse fonti. Per evitare che i soldati entrassero nei centri abitati, col conseguente pericolo di violenze e disordini, fu escogitato dalle comunità locali un espediente che si rivelò eccellente: al momento della partenza, far trovare sul tratto di strada che essi dovevano percorrere, e in questo caso da Padula a Polla, cibarie in grande quantità, bastevoli per tutti.
Il fatto straordinario rimase memorabile tra i valligiani, al punto che un secolo dopo esso venne ricordato da Paolo Eterni, arciprete di San Rufo, nella sua “Descrizione della Valle di Diana” (1646), in cui si diceva che, per rifocillare i soldati, fu allestito, “nella strada ordinaria della Padula sin’alla Polla”, un interminabile banchetto, formato “d’un gran numero di tavole, e vasi pieni di pane, carne, cascio ed altre cose a discrezione di chi ne voleva. Le fontane di vini stavan medesimamente ad arbitrio di ciascheduno. La quale sorte di liberalità, gratissima sopra a tutti ai Tedeschi, fu da loro con perpetua ricordanza sommamente celebrata, e magnificata eziandio universalmente da tutti”.
FONTE: V. BRACCO, La descrizione seicentesca della “Valle di Diana” di Diana di Paolo Eterni, Napoli 1982.
– Arturo Didier –
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