Paolo Eterni, un arciprete di San Rufo autore della descrizione più antica del Vallo di Diano, scrisse che nel Quattrocento esisteva ad Atena una “superbissima Torre, che si poteva annoverare fra le prime d’Italia, che dalla sommità si vedeva il mare avanti della Città di Salerno”.
Ebbene, da questa sommità della Torre ogni anno, d’estate, “nell’alba della sera”, il magnifico Roberto Sanseverino, signore di tutte le terre e città del Vallo di Diano, per festeggiare l’anniversario della sua ascesa, nel 1463, al Principato di Salerno, faceva brillare, per suo ordine, “una girandola di raggi di fuoco insieme posti in giro, come hora – precisava lo scrittore sanrufese – si fa in Castello di Sant’Angelo nella creazione dei Pontefici, ed altre feste di Roma”. Tale girandola di fuochi d’artificio dalla Torre di Atena “faceva una vista mirabile”.
Certo, c’erano delle buone ragioni perché il principe Roberto scegliesse proprio Atena per la suddetta manifestazione. Anzitutto per l’esistenza della suddetta altissima Torre e poi per la posizione di centralità del sito atenese, che permetteva la visione della girandola non solo a tutto il territorio del Vallo, ma anche alle zone confinanti più lontane, visto che, come si è detto, attraverso squarci di colline e di monti, si potesse giungere addirittura a vedere un lembo di marina salernitana. Certamente, ad organizzare tali fuochi d’artificio era mobilitata anche l’Università (Universitas civium) o Comune di Atena, capeggiata dal Sindaco e dagli Eletti. La girandola di fuochi d’artificio che s’irradiava dalla Torre di Atena attesta, ancora una volta, come il Vallo fosse, nella seconda metà del Quattrocento, non un luogo isolato ed impervio tra le montagne, bensì un microcosmo vitale in cui si svolgeva perfino, in estate, ad Atena, “nell’alba della sera”, una festa in onore di un principe.
– Arturo Didier –
FONTE: V. BRACCO, La descrizione seicentesca della “Valle di Diana” di Paolo Eterni, Roma 1982