Ci sono diverse ragioni che rendono esemplare questa “Cronologia” dei Sindaci di Diano dal 1130 ad oggi. Anzitutto c’è la personalità del suo autore che da tempo concilia la sua professione di avvocato con la ricerca storica, frequentando archivi e biblioteche e producendo studi che riversa poi in importanti pubblicazioni, apparsi anche su riviste a carattere nazionale. Poi c’è la sua appartenenza ad una illustre famiglia storica di Teggiano che possiede un archivio zeppo di pergamene, di manoscritti e libri secolari consultati da oltre mezzo secolo da storici di professione e da studiosi di ogni genere.
Va detto che Paolo Carrano è mio coautore di due libri che riportano i resoconti dei Parlamenti di Diano (Teggiano) che si riferiscono a due periodi storici, rispettivamente 1582-1596 e 1652-1698. Una recente e sensazionale scoperta di Paolo, fatta attraverso fonti bibliografiche, è che il grande umanista Pomponio Leto, fondatore dell’Accademia Romana, era Pomponio D’Alitto di Teggiano.
Ma torniamo alla suddetta “cronologia” dei Sindaci di Teggiano, per dire che è uno studio originale, elaborato attraverso una robusta ricerca archivistica e bibliografica. In esso si ricostruiscono, tra l’altro, le origini del Comune (detto anche Università, nel senso di universitas civium) nel Mezzogiorno, attuando così il passaggio dalla storia locale a quella nazionale ed universale.
Mi piace evidenziare che nella plurisecolare presenza storica di tali Sindaci ci sono alcuni esponenti della famiglia Carrano. Nel Seicento abbiamo i ‘magnifici’ don Cono e don Domenico Carrano; nel Settecento il giudice Giovan Battista Carrano; e nell’Ottocento il medico Pasquale Carrano.
Fermandoci su quest’ultimo, si apprende che era, tra l’altro, il factotum della festa di San Cono, per la quale incombenza egli è citato in un bellissimo poemetto dialettale di Nicola Marmo, sanrufese, ma figlio della nobildonna teggianese donna Teresa Celio. A Teggiano c’è ancora il monumentale palazzo appartenuto anticamente ai Celio.
Ebbene in questo poemetto, pubblicato dal Marmo nel 1887 e intitolato “Roppu la festa” (di San Cono, ovviamente) don Pasquale Carrano, mastro di festa, è descritto con questi versi: “Ra lu Chiaju a lu Castieddu / ron Pascalu, povirieddu / retta a quistu, retta a quiru / quantu è longa la jurnata / s’annittava la surata”.
Va detto, infine, che quando si arriva nel centro storico di Teggiano il primo nome che si legge è proprio quello di tale illustre personaggio, precisamente sul cancello che circonda la base dell’Obelisco di San Cono, sul quale cancello è scritto: “A cura del dottor Pasquale Carrano, 1891”.
– Arturo Didier –
FONTE: P. CARRANO, “I Sindaci della Università della Città di Diano-Teggiano dal secolo XII”, Giannini Editore, Napoli 2019.