Non dovevano essere soddisfacenti le condizioni economiche e sociali del Vallo di Diano agli inizi del Cinquecento, se troviamo in piena funzione, nel febbraio del 1510, a Diano (Teggiano), un banco di pegni tenuto dagli ebrei Daniele e Michele, i quali prestano danaro a molti clienti provenienti da Sala, Polla, San Giacomo, Sassano, Padula, Sanza e dalla stessa Diano, ricevendo in deposito dei pegni il cui valore corrisponde più o meno al danaro dato in prestito. Il saldo del prestito deve avvenire, a seconda dei casi, entro due o al massimo undici mesi; trascorso tale periodo, i creditori insolventi incorreranno in una penale consistente nel pagamento del doppio della somma ricevuta in prestito.
Le somme erogate oscillano da quella di 1 tarì e un grano per una pezza di fustagno a quella di 1 oncia d’oro e 20 tarì per diversi anelli d’oro ed altri oggetti di valore. L’operazione bancaria viene gestita non da Daniele e Michele ma da alcune interposte ed autorevoli persone di Diano e viene debitamente riportata in un registro di protocolli notarili del famoso notaio Giacomo Carrano.
Ed è proprio dall’odierno Archivio Carrano di Teggiano che provengono gli 11 documenti che attestano l’esistenza del suddetto banco dei pegni a Diano nel 1510. Va detto che i clienti di questo banco (complessivamente risultano 113 persone, provenienti dai suddetti paesi) non erano dei poveri, ai quali peraltro provvedevano le locali istituzioni civili e religiose, ma semplicemente dei valligiani che certamente attraversavano un momento di indigenza per varie ragioni che non è dato di sapere. Sta di fatto che tra essi sono presenti anche un magister ed un mastro, che sono esponenti del ceto professionistico. Quanto alla tipologia dei pegni depositati dai clienti, risulta che essa comprendeva anelli d’oro, collane, tuniche, mantelli, cinture decorate, lenzuola, coperte, tovaglie, pezze di stoffa e casse.
Quella di Teggiano è una delle rarissime attestazioni della presenza di un banco dei pegni di Ebrei nel Mezzogiorno medievale, tanto da essere evidenziata dalla rivista “Italia Judaica”.
– Arturo Didier –
FONTE: A. DIDIER, Un banco di pegni di Ebrei a Teggiano agli inizi del Cinquecento, in “Rassegna Storica Salernitana”, n. s., 4 (1987), pp. 185-195