Diciamo subito che nel Vallo abbiamo due tipi di fonti scritte: quelle epigrafiche scolpite nella pietra e quelle documentarie vergate su pergamena o su carta. Le prime, servono per lo studio dell’età romana e sono reperibili nella raccolta fattane, sulla scorta del Mommsen, dal grande epigrafista Vittorio Bracco nel suo libro “Inscriptiones Italiae. Civitates vallium Silari et Tanagri” (Roma 1974). In queste scritte latine sono presenti tutti gli aspetti della vita sociale della nostra valle nel periodo romano.
Passando alle fonti scritte su pergamena, di cui sono state fatte delle edizioni critiche in forma di regesti, vanno citati soprattutto i due volumi: “I regesti dei documenti della Certosa di Padula (1070-1400), di Carmine Carlone (Salerno 1996) e “I regesti delle pergamene di Teggiano (1197-1805), di Arturo Didier (Salerno 2010). Tali pergamene, che contengono documenti di varia configurazione (testamenti, contratti matrimoniali, donazioni, compravendite di terre, vigne e case, atti su chiese e conventi, e via di seguito) riportano notizie di prima mano sulla storia, sulle tradizioni e sulla vita quotidiana dei nostri valligiani nei secoli scorsi.
Per le fonti cartacee, va detto che esse sono consultabili direttamente nei numerosi archivi ecclesiastici, comunali e privati del Vallo. Ad esempio, sulla vita religiosa ci sono migliaia di documenti, ben ordinati e catalogati, nel grande Archivio Diocesano di Teggiano, che è sempre aperto al pubblico, previa motivazione della ricerca che si vuole fare. Ma anche sulle fonti cartacee ci sono delle raccolte pubblicate nel secolo scorso e sono tutte reperibili presso la Biblioteca Comunale di Sala Consilina. Per la storia medievale e moderna del Vallo sono importanti gli antichi statuti e capitoli di tutti i nostri paesi, che sono raccolti nell’opera “Economia e società nel Cilento medievale”, di Pietro Ebner (voll. 2, Roma 1979). Gli statuti e capitoli di Sala Consilina sono stati pubblicati a parte recentemente (2015) da Felice Fusco.
Sono altresì fondamentali i resoconti dei consigli comunali del Vallo dalla fine del Cinquecento in poi, stralci dei quali si possono trovare in tutte le storie locali pubblicate nel secolo scorso. Se si vuole leggere i resoconti completi del Consiglio Comunale di Diano (Teggiano) della fine del Cinquecento, basterà consultare il libro “I Parlamenti di Diano” (1582-1596), a cura di Arturo Didier e Paolo Carrano, che è in corso di pubblicazione.
Infine ci sono da leggere i numerosi volumi riguardanti le antiche descrizioni e storie del Vallo, dovute ad illustri scrittori locali, quali Luca Mandelli e Stefano Macchiaroli di Diano, Paolo Eterni di San Rufo, Costantino Gatta di Sala ed altri.
Questa scheda, inutile dirlo, è rivolta soprattutto ai giovani dotati di amor patrio (e ce ne sono tanti nel Vallo!), per aiutarli ad entrare nel grande laboratorio della ricerca sulla storia locale, che non deve essere riservato esclusivamente agli studiosi già esperti, ma deve bensì essere accessibile alle nuove generazioni. A facilitare questo accesso ci sono persone competenti e gentili (studiosi locali, bibliotecari, archivisti, parroci), le quali mettono in pratica il motto evangelico adottato nel suo stemma dal nostro precedente vescovo Sua Eccellenza Angelo Spinillo: “Gratis accepistis, gratis date”.
– Arturo Didier –
FONTE: “Storia del Vallo di Diano”, voll. 4, Salerno 1982-1985