Se non si vuol essere degli ingrati, è venuto il momento di tributare, nel Vallo di Diano, una dovuta e sentita riconoscenza a quella classe nobiliare ed intellettuale dei secoli scorsi che, agendo in seno alle locali amministrazioni comunali, per lo spazio di tempo di circa un millennio, ha creato la conformazione urbanistica, il patrimonio artistico e la vivibilità ambientale di tutti i centri storici della valle.
Se il nostro comprensorio è fra i più suggestivi della Campania per i valori storici e paesistici di notevole spessore che possiede, lo dobbiamo, appunto, ai nostri benemeriti antenati che, purtroppo, dall’Unità d’Italia in poi, fatta qualche eccezione, sono stati relegati nell’oblio più ingiusto che si possa immaginare. E’ il caso, quindi, di muoversi, di fare qualcosa per omaggiare tali illustri cittadini, elaborando, in ogni centro del Vallo, dei progetti che abbiano lo scopo di far riemergere dall’ombra questo antico ceto intellettuale che, pur curando i propri interessi di classe (i tempi erano quelli) è riuscito a lasciarci un patrimonio culturale ed ambientale di inestimabile valore.
Che fare? Possiamo dare qualche suggerimento. Per esempio, servirsi della toponomastica per ricordare i nomi e cognomi di questi benemeriti valligiani, rintracciare i loro stemmi gentilizi ed esporli nella piazza principale del paese, pubblicare un opuscolo con i profili di tali cittadini e diffonderli nelle scuole medie e via dicendo.
Qualcuno si chiederà dove attingere notizie su questi antichi cittadini che hanno fatto tanto per la loro città. Rispondiamo che basta consultare le storie dei nostri paesi (ma c’è anche la grande “Storia del Vallo di Diano”) per rintracciare tutti i dati che servono per tale iniziativa. D’altra parte, in ogni paese del Vallo c’è almeno uno studioso che sa tutto su questi antenati ed è pronto a dare la sua preziosa collaborazione. Come si dice: bussate e vi sarà aperto, chiedete e vi sarà dato…
Tale iniziativa, inutile dirlo, potrebbe essere appoggiata da quegli Enti che sono demandati alla valorizzazione del territorio, come il Parco del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, la Comunità Montana e naturalmente i Comuni, che sono i più direttamente interessati, ma anche le associazioni culturali e le Pro Loco. Tutto ciò richiede ovviamente l’esistenza di una forte sensibilità storica, che non può ignorare il contributo decisivo dato, nei secoli passati, dal suddetto ceto nobile ed intellettuale per lo sviluppo culturale ed artistico dei centri storici. E questa sensibilità certamente esiste nel tessuto sociale del Vallo di Diano. Basta metterla in opera. Speriamo bene.
– Arturo Didier –