Sappiamo bene che la storia non è opera di fantasia, ma rigorosa ricerca di fatti e di idee condotta su fonti che permettono di ricostruire gli aspetti della vita sociale, economica e religiosa di un passato recente o remoto. Ad esempio, prendiamo in considerazione quello che probabilmente è il documento medievale più antico del Vallo, e cioè una lettera scritta dal famoso storico e politico Cassiodoro nel 527 (quasi 1500 anni fa) al re Atalarico per esporgli brevemente cosa aveva visto trovandosi a passare per Marcellianum, un borgo di Consilinum, l’antico centro dell’alta Valle del Tanagro.
Anzitutto, scrive Cassiodoro, in questa contrada è in pieno svolgimento una grande fiera, detta di San Cipriano, alla quale accorrono non solo i mercanti (negotiatores) del Vallo, cioè del territorio lucano, ma anche quelli della Campania, della Puglia e della Calabria. Ma quest’anno la fiera è stata devastata e depredata da briganti locali. Pertanto egli chiede al re che si eserciti una maggiore sorveglianza sull’ordine pubblico in questa contrada. Infine egli informa il sovrano che nel borgo di Marcellianum c’è il Battistero di San Giovanni in Fonte, dove il Battesimo viene somministrato per immersione nell’acqua di una sorgente che attraversa l’area del luogo sacro. Ma c’è di più: Cassiodoro passa alla narrazione di un fatto miracoloso (“Veniamus ad illud singolare munus santumque miraculum”), che si ripete da tempo. Ogni anno, durante la veglia pasquale, tali acque crescono smisuratamente, per poi ritirarsi subito dopo il rito religioso, per cui è evidente il compiersi di un miracolo. Si può ben dire, conclude lo scrittore e statista, che anche questo territorio lucano ha il suo fiume Giordano.
Come si vede, da una semplice lettera scaturisce la notizia più antica del Vallo di Diano all’inizio del Medioevo, riguardante non solo il Battistero di San Giovanni in Fonte e la diffusione della cristianità sulle rive del Tanagro, ma anche il commercio e l’ordine pubblico. A proposito di quest’ultimo punto, l’ordine pubblico, va detto che lo stesso Cassiodoro aveva una grande esperienza in tal senso, avendo ricoperto le cariche di prefetto del pretorio e governatore della Sicilia e della Lucania. Questa lettera, infine, è tratta da una delle opere importanti di Cassiodoro, le Variae, una raccolta di lettere e documenti che aveva lo scopo di fornire notizie utili a chiunque volesse in futuro intraprendere la carriera pubblica. E’ ovvio che tale raccolta costituisce una fonte importante per la conoscenza delle istituzioni e delle condizioni politiche, morali e sociali di quel tempo.
– Arturo Didier –
FONTE: Cassiodoro, Variae, VIII, 33.
Quest’opera si può consultare presso la Biblioteca del Seminario di Teggiano
Grazie prof
Bello sapere queste notizie ringrazio chi le ha divulgate