In questo periodo in cui viviamo, caratterizzato dallo sconvolgimento dei valori tradizionali e dalla ricerca esasperata di nuovi equilibri politici, sociali, economici e culturali, è cosa utile fermarsi a riflettere per fare il punto della situazione. E poiché, come si dice, la storia è maestra della vita, vien fatto di chiedersi, limitandosi ovviamente al Vallo di Diano, come venivano affrontati nei secoli scorsi, dalla popolazione locale, i problemi di convivenza sociale, come razzismo, accoglienza dei forestieri, assistenza ai poveri, pubblica amministrazione, e via dicendo. Ovviamente per rispondere a quesiti di questo genere occorrerebbero centinaia di pagine, un poderoso volume. Ma in questa sede si possono fare soltanto alcune fugaci osservazioni.
E cominciamo dal razzismo, che nel Vallo dei secoli scorsi non è mai esistito. Ad esempio, nel Seicento qui convivevano magnificamente i nativi con i greci, gli ebrei e gli spagnoli del Regno di Napoli. A questo si affiancava una grande tolleranza religiosa. A Polla c’erano la chiesa di San Nicola dei Latini e quella di San Nicola dei Greci. E questa situazione si verificava anche negli altri paesi per le chiese intitolate a Santa Maria.
In quanto all‘accoglienza dei forestieri, essa veniva favorita in tutti i modi, concedendo i diritti civici e lo sgravio dei pesi fiscali per cinque anni a tutti quelli che venivano ad abitare nei paesi della Valle. Il populismo, di cui oggi ci si vanta, non esisteva, poiché la conduzione della società era fatta da una minoranza di cittadini abbienti e sensibili, i quali, agendo in seno all’amministrazione comunale, assicuravano l’ordine pubblico, l’assistenza ai poveri e il mantenimento delle tradizioni civili e religiose. E’ fin troppo noto il danno che il populismo ha causato nei primi decenni del Novecento con la nascita del fascismo in Italia e del nazismo in Germania.
Oggi nella vita sociale prevalgono la violenza, l’insulto verbale, il rancore, la prevaricazione, la zuffa politica, la mancanza di rispetto per le istituzioni e per chi le rappresenta, come si nota nello squallido teatrino televisivo. Invece nei secoli scorsi, come insegna la storia del Vallo di Diano, tutto era regolato dalle cosiddette tre forze storiche della società meridionale, la monarchia, la classe nobiliare e la borghesia.
In conclusione, che possiamo dire? Giuseppe Verdi dava questo consiglio: “Torniamo all’antico e saremo moderni”. Ma questo non è possibile, la storia non si ripete. E allora? Allora niente: ognuno si regoli come crede. Qui si è voluto soltanto fare qualche considerazione di carattere storico,
– Arturo Didier –
FONTE: “Storia del Vallo di Diano”, voll. 4, Salerno 1981-2004.