La mattina del 25 marzo 1945 si tenne al Teatro San Carlo di Napoli la prima rappresentazione della commedia “Napoli milionaria” di Eduardo De Filippo, che si concluse con la famosa battuta finale: “Adda passà ‘a nuttata”, in cui si esprimeva la speranza di un futuro migliore.
Ebbene questa battuta può essere applicata anche alla difficile situazione dell’Italia di oggi, in cui si nota una specie di annebbiamento dei valori storici e culturali, un rifiuto dei poteri istituzionali (il Parlamento, la Corte Costituzionale, il Capo dello Stato, i governi locali), una palese confusione politica, una incapacità di programmare la vita amministrativa ed il benessere della società. Sono gli effetti del populismo, oggi imperante. Certo, è assai scoraggiante vivere in questo momento in cui la classe politica in auge dice che bisogna affidarsi al popolo. Ma il popolo non ha fatto mai niente, si è sempre lasciato guidare da una minoranza esperta e lungimirante. La famosa rivoluzione di Masaniello divampata nella Napoli seicentesca durò appena una settimana e non produsse niente di buono.
E allora: che fare? Niente, bisogna che passi la proverbiale “nuttata”. E questo si verificherà immancabilmente, tutto tornerà come prima. Non per nulla, ci sono, come si dice, corsi e ricorsi storici.
Stando così le cose, è forse bene tralasciare le vicende nazionali e puntare sulla storia locale, cioè sui valori storici e culturali del nostro territorio, che è il Vallo di Diano. In che modo? Anzitutto rafforzando gli incontri, partecipando a conferenze, convegni, mostre, presentazione di libri. Essere vicini ai giovani, coinvolgendoli in iniziative culturali, staccandoli momentaneamente dal parossistico maneggio dello smartphone. E porre più fiducia sull’azione benefica della scuola, sulla cultura, sulle tradizioni sociali e religiose, insomma su tutto ciò che è stato, ed è, a fondamento dello sviluppo storico.
Inoltre non dar troppo conto al serale teatrino televisivo, in cui ogni componente politica si azzuffa con le altre, rifiutando un corretto confronto e dimostrando di essere sempre in campagna elettorale. Certo, bisogna difendere le proprie posizioni ideologiche, sicuri che, come si dice, il tempo è galantuomo e l’agognato cambiamento in meglio della situazione economica e culturale è un fatto fisiologico che non tarderà a venire. Speriamo bene.
– Arturo Didier –
FONTE: “Storia del Vallo di Diano”, vol. 3, Salerno 1981-1985.