In questi drammatici momenti che stiamo attraversando, caratterizzati purtroppo dal coronavirus, che porta all’isolamento dalla comunità e alla mancanza di amici e di passeggiate all’aria aperta, non resta che stare rintanati nella propria casa e alternarsi, tutta la giornata, tra la televisione e internet con il timore di apprendere il probabile peggioramento della situazione, cioè lo stabilizzarsi della pericolosa pandemia a livello planetario. E allora, che fare? Forse, prima di tutto, ricordare le confortanti parole con cui il grande Eduardo De Filippo concluse la sua commedia “Napoli milionaria” (del 1945), cioè la nota espressione: “Adda passà ‘a nuttata”. E certamente tutto passerà, tutto si risolverà, come dicono gli esperti, fra alcune settimane, allorché si troverà un antidoto che debellerà il pauroso virus.
Intanto occorre, per distrarsi, mettere in atto dei rimedi, uno dei quali può essere quello di approfittare di questo isolamento casalingo per darsi alla rilettura piacevole di quei libri di storia locale, che certamente abbiamo nella piccola biblioteca di casa nostra.
Com’è noto, per tutti i paesi del Vallo di Diano ci sono libri antichi e moderni che ne narrano e ne approfondiscono i vari aspetti (geografico, economico, sociale, religioso, culturale, artistico) dello sviluppo storico. Volendo fare un solo esempio, ci fermiamo su quanto si verifica per Polla, il paese che apre la serie dei suggestivi centri storici della Valle. E qui ci viene incontro il prezioso repertorio bibliografico che fa capo al grandissimo professore Vittorio Bracco, umanista, letterato, storico, archeologo, ma soprattutto grande epigrafista, autore, tra l’altro, di una importante raccolta delle iscrizioni latine esistenti nelle Valli del Sele e del Tanagro, raccolta che, in sostanza, è una revisione critica della medesima raccolta fatta, in loco, dal famosissimo epigrafista Teodoro Mommsen nel 1846. A Bracco si deve anche una corposa e documentatissima storia di Polla. E’ impossibile elencare, seppur sommariamente, la sterminata produzione di libri e saggi di questo illustre pollese, il quale si avvale di un periodare classico, limpido e avvincente, dovuto alla sua alta competenza filologica. Non meno importante è stato il risvolto professionale di Vittorio Bracco, che da docente del Liceo Classico di Sala Consilina si estese alla carica di Preside di ruolo dello stesso istituto.
Io ho avuto l’onore e il piacere di essere, per diversi decenni, amico e collaboratore di Vittorio negli studi di storia locale, scrivendo articoli per un periodico annuale del suddetto Liceo, intitolato “Euresis”, da lui promosso e diretto.
Come si vede, al di là di quanto sta accadendo con il coronavirus che è seguito logicamente con apprensione anche dagli abitanti del Vallo di Diano, c’è pur sempre la certezza che tutto tornerà a risplendere e tutto continuerà nella valorizzazione dell’illustre passato del nostro territorio.
– Arturo Didier –
FONTE: “Storia del Vallo di Diano”, Pietro Laveglia Editore, Salerno 1981-1985, volumi 3