Con questo primo appuntamento dedicato a Teggiano, diamo il via alla collaborazione con lo storico Arturo Didier, la cui rubrica comprenderà interventi riguardanti la storia, la cultura, l’arte e le tradizioni del Vallo di Diano.
– Ma a Teggiano fa sempre freddo?
La cosa più suggestiva degli antichi testi teggianesi è quella di sentir parlare le persone dei secoli scorsi, specialmente quando esse parlano in dialetto, discutendo di tutto: della realtà quotidiana, delle tradizioni religiose, degli usi e costumi, del tempo atmosferico. A proposito di quest’ultimo argomento, è molto divertente una filastrocca dell’Ottocento, che si propone di sostenere che a Teggiano fa sempre freddo, in pratica che l’inverno dura quasi tutto l’anno. La tradizione popolare fa coincidere il giorno della Candelora (2 febbraio) con la fine dell’inverno. Ma per Teggiano non è così. E lo dimostra il testo della suddetta filastrocca:
Quannu ia la Cannilora
la virnata ia issuta fora.
Risponni la vecchia ppi int’a lu saccu:
– Nun mi n’escu si nun ia Santu Marcu! [25aprile]
Risponni lu viecchiu ppi int’a lu sacconu:
– Nun mi n’escu si nun ia Santu Conu! [3 giugno]
E si la piglia a cerimonia,
n’avimu fignu a Sant’Antoniu! [13 giugno]
E ppi sta’ cchiù sicuru,
fignu a lu rui ri mitituru! [mietitura: luglio]
Finisce a luglio l’inverno? Niente affatto. Un noto proverbio afferma:
Austu, capu ri viernu!
E allora? Allora non c’è da stare tranquilli. L’inverno a Teggiano, secondo questa brillante filastrocca dell’Ottocento, dura buona parte dell’anno! Fiat voluntas Dei
FONTE: A. DIDIER, La letteratura dialettale di Teggiano, Salerno 2008
– Arturo Didier –
Divertente ed istruttivo.
Grazie.
Mario Senatore