E’ l’ennesimo triste capitolo che evidenzia la piaga del randagismo e delle cucciolate incontrollate nel Vallo di Diano quello scritto nei giorni scorsi a Montesano sulla Marcellana. Due cuccioli sono stati abbandonati nelle campagne dello Scalo e di Arenabianca e sono poi morti.
In un caso, il cucciolo di pochi mesi si è trovato a vagare nel posto sbagliato, al momento sbagliato. E’ stato così investito da un’automobile e lasciato agonizzare. Nel secondo caso, il cagnolino è morto di stenti a causa delle temperature rigide notturne. Le due bestiole sono state ritrovate da alcuni passanti che hanno segnalato l’accaduto ai volontari dell’associazione “Qua la zampa Effe“.
Due casi che non sarebbero isolati. Diverse sarebbero state, inoltre, le cucciolate scoperte recentemente sul territorio valdianese. Sempre nei giorni scorsi, alcuni giovani avrebbero tentato invano di salvare alcuni cuccioli abbandonati in aperta campagna e nascosti in alcuni rovi.
La presenza di animali vaganti continua a creare continui disagi soprattutto per la mancanza di comportamenti virtuosi da parte di alcuni cittadini. Le cucciolate senza controllo e la mancata adozione delle tecniche di sterilizzazione e microchippatura continuano a creare comportamenti pericolosi per la società e in primis per gli animali.
“Purtroppo persiste l’uso incivile – afferma Amanda Cozza, Presidente dell’associazione – di disfarsi dei cuccioli. Voglio ricordare a tutti i privati che c’è l’obbligo di mettere il microchip sia ai cani adulti che a tutti i cuccioli. I cuccioli non possono essere ‘regalati’ così, alla buona. La legge è chiara, il proprietario della madre deve mettere il microchip a suo nome e poi fare il passaggio di proprietà. Anche i volontari quando affidano un cucciolo devono rispettare questa norma e cederlo sempre con microchip ed iscrizione in anagrafe canina. Il randagismo origina dalle miriade di cucciolate domestiche che vengono abbandonate di proposito o regalate con facilità. Chi li prende non sempre capisce l’impegno e che un cane è per sempre, ha bisogno di tempo, cure e soldi. Le adozioni vanno fatte in maniera consapevole pensando al lungo periodo e non ad un giocattolo. Sarebbe auspicabile che venissero implementati controlli, che dovrebbero fare i vigili congiuntamente all’ASL e/o le guardie ambientali che hanno convenzione con il Comune“.
Secondo Cozza, inoltre, “le cucciolate casalinghe sono fabbriche clandestine di sofferenza e a pagarne il costo sono i cani e i cittadini che subiscono il disagio della sovrappopolazione e devono pagare più tasse per i costi del canile“.
– Claudia Monaco –