Il Venezuela sta attraversando una forte crisi politica, a cui si aggiunge una drammatica crisi economica senza precedenti: una situazione difficile densa di violenza, accuse reciproche tra maggioranza e opposizione, scontri e, soprattutto, tanta povertà tra i cittadini.
Ondanews ha raccolto la testimonianza di Ana Varela, una giovane originaria di Caracas che vive a Centola. “La crisi economica è iniziata già qualche anno fa, infatti nel 2014 scarseggiavano le medicine, ma la situazione è precipitata nel 2016 quando sono venuti a mancare numerosi generi di prima necessita ed è stato imposto il razionamento del cibo: era possibile acquistare viveri di prima necessità e farmaci solo in determinati giorni del mese, in relazione al numero finale riportato sulla carta di identità”.
“Nei primi giorni di aprile – racconta con tristezza Ana – oltre alla fame, mancanza di medicine, criminalità e violenza, Maduro ha affermato che recupererà la propria autonomia legislativa, estromettendo l’opposizione. Ciò ha scatenato le manifestazioni pacifiste che hanno invaso le strade di Caracas e di altre città come Mérida, Maracibo, San Cristòbal, Maracay. La gente scende in piazza per manifestare senza armi, ma trova morte per mano dei militari che sono armati”.
Ana riporta con amarezza i racconti di famiglia e amici che vivono alle porte di Caracas: “Ho inviato dall’Italia i farmaci per curare un problema cardiaco per mio padre. Molte famiglie si spostano in Colombia per acquistare il cibo e farmaci, ma la moneta venezuelana è fortemente svalutata quindi è difficile comprare anche oltre confini”.
“Forte è la migrazione verso la Colombia – racconta con tristezza Ana – ma la gente che resta mangia una volta al giorno, molti muoiono a causa di fame e mancanza di farmaci, altri mendicano per le strade o si danno alla prostituzione”.
– Rosanna Raimondo –
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