Si è svolto ieri, in modalità telematica, un incontro con le associazioni di categoria per affrontare il tema della crisi che sta colpendo il settore lattiero-caseario, provocata dai pesanti aumenti del costo di energia elettrica, gas e materie prime e dal basso prezzo del latte alla stalla, insufficiente a coprire tali costi. Alla riunione erano presenti il vicepresidente e assessore alle Politiche Agricole, alimentari e forestali della Regione Basilicata Francesco Fanelli, il Direttore generale Emilia Piemontese e l’autorità di gestione del PSR Basilicata Vittorio Restaino.
“Le aziende agricole stanno subendo il repentino aumento dei prezzi degli alimenti per il bestiame e dell’energia elettrica, con costi di produzione sempre più insostenibili. La situazione è così grave che moltissime stalle sono a un passo dalla chiusura – affermano i rappresentanti delle organizzazioni professionali – così come c’è preoccupazione anche per le imprese della trasformazione del latte che potrebbero subire a breve le conseguenze di tale crisi rischiando di riflesso la paralisi. Chiediamo, da una parte, sostegni economici immediati per fronteggiare la grave situazione emergenziale che stiamo vivendo e dall’altra un aumento del prezzo del latte al litro che non può fermarsi a 40 centesimi”.
Quest’ultimo è l’importo stabilito dal Protocollo d’intesa per la salvaguardia degli allevamenti italiani, trasmesso dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, che tuttavia non risulta bastevole per gli allevamenti del Sud Italia, in ragione del fatto che storicamente vi è una variazione di circa 4-5 centesimi al litro rispetto alle regioni del Nord.
“Per tale motivo è stato presentato un addendum tecnico a questo protocollo, che sarà discusso nella prossima riunione della Conferenza Stato-Regioni, con la richiesta, da parte degli assessori delle Regioni meridionali – spiega l’assessore Fanelli – di un rialzo del prezzo del latte alla stalla di 4-5 centesimi, in modo da tener conto del differenziale economico tra il Nord e il Sud Italia. È innegabile che il comparto sia in grande difficoltà non solo a livello locale, tant’è che la questione viene trattata direttamente dal Ministro competente. L’attenzione della Regione è massima, come dimostrato non solo dall’aiuto straordinario concesso a 80 aziende del settore nella prima ondata della pandemia – aggiunge Fanelli – ma anche dalla campagna di comunicazione ‘Compra lucano’ che ha voluto promuovere i prodotti lattiero-caseari. Il nostro impegno sarà quello di far sentire la nostra voce in seno alla Conferenza e, al contempo, di verificare l’esistenza di eventuali poste economiche nel bilancio regionale, al fine di aggredire la crisi in tempi brevi”.
Infine, su proposta dell’autorità di gestione Restaino, il tavolo è stato aggiornato con la prossima convocazione dei rappresentanti delle tre filiere del latte che aggregano una trentina di soggetti della produzione.
“Sarà utile capire se e in che modo queste filiere – conclude Restaino – possano diventare eventuale strumento di calmierazione dei prezzi e quali siano i vantaggi effettivi dello stare in filiera in condizioni di crisi”.