La crisi climatica accelera sempre di più la sua corsa insieme agli eventi estremi che stanno avendo impatti sempre maggiori sui Paesi di tutto il mondo, a partire dall’Italia. Nei primi dieci mesi del 2022, seppur con dati parziali, sono stati registrati nella Penisola 254 fenomeni meteorologici estremi, +27% di quelli dello scorso anno (intero anno).
Preoccupa anche il bilancio degli ultimi 13 anni: dal 2010 al 31 ottobre 2022 si sono verificati in Italia 1.503 eventi estremi con 780 comuni colpiti e 279 vittime.
È quanto emerge in sintesi dalla fotografia scattata dal nuovo report “Il clima è già cambiato” dell’Osservatorio Città Clima 2022 realizzato da Legambiente con il contributo del Gruppo Unipol e sintetizzato nella mappa del rischio climatico presentato oggi.
In Campania nel 2022 sono stati registrati 12 eventi estremi di cui 5 tra Salerno e provincia, 4 tra Napoli e provincia. Complessivamente dal 2010 al 31 ottobre 2022 in Campania sono stati registrati ben 93 eventi estremi.
“Gli effetti del cambiamento climatico in atto – commenta Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania – stanno diventando sempre più accentuati. Abbiamo bisogno di capire dove e come questi fenomeni sono avvenuti, quali caratteri hanno assunto e potrebbero assumere in futuro. Per questo servono studi e monitoraggi, la condivisione di informazioni e lo scambio di buone pratiche. Il nostro Paese deve decidere di affrontare seriamente queste inedite sfide con politiche nuove per evitare che gli impatti siano ancora più rilevanti. Alla politica chiediamo, in primis, che venga aggiornato e approvato entro la fine dell’anno il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici”.
La Campania soffre più di altre regioni i cambiamenti climatici essendo tra le più delicate sotto il profilo idrogeologico. Lo confermano gli ultimi dati Ispra da cui si evince come in Campania oltre 287.500 persone vivano in aree definite a elevato rischio di frane e smottamenti. La provincia di Salerno è quella più a rischio con il maggior numero di persone esposte: circa 110mila.
“Davanti questi numeri – conclude Francesca Ferro – è urgente praticare delle serie politiche territoriali di prevenzione del rischio idrogeologico”.