E’ un accorato appello-denuncia quello che giunge dal professore Mario Cancro di Atena Lucana per le condizioni in cui è costretto a lavorare suo figlio, da 6 anni Medico di base a Livigno, in provincia di Sondrio, al confine con la Svizzera.
La Lombardia, come ormai tristemente noto, è la regione italiana più colpita dall’epidemia di Covid-19. Ogni giorno medici ed operatori sanitari combattono letteralmente in trincea contro un nemico che non ha forma, ma che purtroppo ha già ucciso tantissimi pazienti.
Il professore Cancro, ex Preside dell’Istituto “Marco Tullio Cicerone” di Sala Consilina, denuncia di non essere riuscito a inviare al figlio una tuta, uno scafandro, una visiera per proteggersi mentre visita le persone. “Mio figlio è continuamente in contatto con pazienti contagiati – spiega -. Ho tentato di chiamare numerose volte il sindaco di Livigno, ma non mi è stata mai data la possibilità di poterci parlare. Essendo Livigno un porto franco, con dogana, non riusciamo a inviare queste attrezzature“.
“Sono preoccupatissimo e voglio denunciare la situazione in cui vive mio figlio – prosegue il noto docente valdianese – perchè ha in dotazione soltanto alcune mascherine, tre camici e nulla più. Non ha altre attrezzature, tra cui tute, che servono per poter visitare i pazienti. In Lombardia, a Livigno! I medici di base devono assolutamente essere dotati di adeguati presidi sanitari per poter visitare gli ammalati“.
Il drammatico appello del professore Cancro è diretto in particolare al Presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e all’assessore regionale Giulio Gallera:”Il mio appello è quello di un padre preoccupato per il proprio figlio. Sono pronto a pagare tutto il materiale che è necessario per mio figlio, purchè qualcuno glielo faccia pervenire. Io e mia moglie non riusciamo più a dormire, anche perché in tv vediamo le storie di diversi medici di base che non sono riusciti a cautelarsi dal virus“.
– Chiara Di Miele –