Sono stati 84 in Campania gli atti di citazione contestati dalla Procura della Corte dei Conti nel 2023, per un ammontare del danno all’Erario pari a 26 milioni di euro derivanti dalla gestione di fondi comunitari e regionali. E’ quanto emerge dall’attività della Procura regionale della Corte dei Conti.
Il procuratore regionale Antonio Giuseppone ha spiegato che sono state emesse numerose citazioni in relazione al Reddito di cittadinanza e ai bonus legati al Covid con tante richieste di erogazione di fondi da parte di piccoli imprenditori sulla scorta di certificazioni false presentate alle banche responsabili di non svolgere particolari controlli.
Nel 2023, nell’ambito del settore sanità, sono stati invece accertati plurimi casi di liquidazione di fatture per prestazioni non eseguite.
“In merito al Pnrr c’è una enorme massa di denaro pubblico che rischia di essere immessa senza il dovuto controllo. E’ uno degli effetti della proroga dello scudo erariale. Come Corte dei Conti siamo molto preoccupati, perché allo stato attuale nelle attività di istruttoria siamo spuntati – dichiara il procuratore regionale Giuseppone -. Se passa il messaggio che quelle del Pnrr sono risorse a fondo perduto è sbagliato: i due terzi di questi fondi lo Stato li dovrà restituire all’Unione europea, sono risorse che vanno gestite correttamente. Eppure con lo scudo erariale in una attività istruttoria possiamo perseguire solo condotte dolose nello spreco di denaro pubblico e non quelle colpose. Ecco perché siamo molto preoccupati, pensiamo ci sia stata una sottovalutazione del problema“.
La norma dello scudo erariale, introdotta nel 2020 con proroga fino alla fine del 2024, che limita la responsabilità di amministratori pubblici e privati nella gestione di risorse pubbliche ai casi di condotte contrassegnate da dolo o gravi omissioni è nel mirino della Magistratura contabile. “Lo scudo erariale – continua Giuseppone – sembrava dovesse terminare a giugno e invece in maniera inaspettata e, nonostante fosse stato assicurato che non ci sarebbe stata proroga in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, il giorno dopo è stato prorogato. Il tutto dopo che l’Oms ha certificato che la pandemia è terminata. Una norma che si regge sulla paura della firma, una paura inesistente. Il rischio è che si voglia coprire l’amministratore o il dipendente pubblico inefficiente o inetto. Tutto ciò provoca uno scardinamento dell’intero sistema. Anche perché passa il messaggio che purché si spenda il denaro va tutto bene e invece la cattiva gestione delle risorse pubbliche ha un costo sociale molto elevato per i contribuenti. Con lo scudo o si prova il dolo e si accertano condotte gravemente colpose o non possiamo andare avanti. E’ una norma di dubbia compatibilità costituzionale“.