Durante la quarantena imposta dal Governo per l’emergenza Coronavirus, la crisi economica si è fatta più mordace che mai, con la conseguenza che gran parte delle attività produttive e commerciali, che hanno dovuto chiudere i battenti, non riusciranno mai più a riaprire.
“All’aumento delle difficoltà economiche è seguito un esponenziale aumento dei casi di suicidio da parte di imprenditori disperati – ha affermato Valerio Arenare, segretario Nazionale del SINLAI -, frutto della totale incapacità delle istituzioni a fare fronte alla crisi“.
Valerio Arenare, ha deciso, “ritenendo ragionevole la sussistenza di un nesso di causalità tra le scelte inconcludenti ed inefficaci dell’esecutivo e la crescita dei suicidi“, di presentare alla Procura di Roma una denuncia contro il Presidente del Consiglio.
“L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha comportato l’adozione di una serie di atti restrittivi – si legge tra l’altro nella denuncia – con esiziali ripercussioni e danni economici per tutti i settori ed i comparti lavorativi e professionali. Considerato, altresì, che allo zelo del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, nel chiudere e bloccare l’Italia, non ha fatto da contraltare altrettanta solerzia nell’approntare le necessarie misure economico-finanziarie per contrastare l’emergenza, i provvedimenti governativi adottati si stanno, di fatto, rivelando assolutamente inadeguati ed inefficaci. Premesso, infine, che l’art. 580 c.p. punisce chiunque determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione, appare ragionevole ravvisarsi un nesso di causalità tra le conseguenze dell’adozione dei Dpcm da parte del Presidente Conte e l’aumento dei comportamenti suicidari in tutto il Paese“.
– Paola Federico –