Dopo giorni di preoccupazione e tensione parla Carmelina Abbatemarco, titolare della Casa Famiglia “San Pio” di Padula Scalo all’interno della quale la scorsa settimana sono emersi alcuni casi di contagio da Coronavirus. Si tratta di quattro anziane ospiti, attualmente ricoverate per precauzione all’ospedale “da Procida” di Salerno, di due operatrici e della stessa titolare della struttura.
È proprio quest’ultima che, nonostante il difficile periodo, chiarisce alcuni aspetti di una situazione che, purtroppo, si sta verificando in diverse strutture simili, nonostante le accortezze adottate.
“Dalla fine di febbraio, quando la problematica del virus ha preso il via in Italia – spiega Carmelina Abbatemarco – abbiamo bloccato le visite dei familiari dei nostri nonnini. Quindi nella nostra Casa Famiglia avevamo accesso soltanto noi titolari, io e mio figlio, e le operatrici. Ci tengo a precisare che al momento soltanto due di loro sono positive al virus. Nessuno, compresa me, in questi giorni ha presentato i sintomi. Io stessa sicuramente ho contagiato mio marito tornando da lavoro, dato che lui non usciva di casa, rispettando la quarantena così come i decreti nazionali ci hanno imposto“.
Nella Casa Famiglia sono state, dunque, adottate fin da subito le necessarie misure, tanto che soltanto una minima parte degli ospiti è stata purtroppo colpita dal Covid-19.
Anche gli 11 ospiti non infetti saranno trasferiti al Campolongo Hospital di Eboli, in seguito ad una decisione assunta dal sindaco di Padula, Paolo Imparato, d’accordo con l’Asl di Salerno. Per 15 giorni gli anziani saranno allontanati dalla Casa Famiglia per consentire le necessarie operazioni di sanificazione.
“Sono molto dispiaciuta del fatto che anche i nonnini risultati negativi debbano allontanarsi dalla nostra struttura per questi giorni – continua la titolare della Casa Famiglia “San Pio” – ma se questo è per il loro bene non oso contraddire chi ha deciso così. Nonostante in altre situazioni simili a questa gli ospiti negativi vengano lasciati tranquilli nella struttura alla quale sono già abituati. Per un anziano non è facile cambiare abitudini e spesso quello che per noi è un normale spostamento, per loro invece è un trauma. Da noi i nostri ospiti vivono come con una seconda famiglia e recidere questo legame in un periodo già tanto delicato non è, a mio parere, la migliore delle decisioni“.
– Chiara Di Miele –