Il Garante per l’infanzia della Basilicata, in una lettera indirizzata al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, all’Ufficio Scolastico regionale per la Basilicata e al Presidente della Regione Basilicata, chiede che i docenti a tempo determinato e nominati sul sostegno siano confermati per gli anni successivi.
Per Giuliano la continuità didattica è un valore per le studentesse e gli studenti con disabilità e una priorità per il mondo della scuola. Nel corso degli anni, in relazione agli incarichi annuali, spesso non è stato possibile confermare i docenti nella stessa istituzione scolastica.
“L’insegnante di sostegno, – scrive il Garante – per l’importante ruolo che svolge nella classe per e con l’alunno disabile, è sicuramente la figura che dovrebbe essere maggiormente garantita allo studente in termini di continuità didattica. In realtà la continuità didattica sulla carta è già un diritto. Nella pratica però l’obbligo di rispettare le graduatorie per gli incarichi annuali la rende non attuabile. Sarebbe, pertanto, utile prevedere che i docenti a tempo determinato e nominati sul sostegno siano confermati per gli anni successivi (fino a 36 mesi) con la stipula di nuovi contratti a tempo determinato. Ciò costituirebbe un valido strumento di tutela per gli alunni disabili che avrebbero così la garanzia di poter lavorare con lo stesso insegnante dell’anno precedente, seppur nella precarietà dell’insegnante di sostegno“.
Il decreto legislativo sulle norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, al fine di agevolare la continuità educativa e didattica prevede che possono essere proposti ai docenti con contratto a tempo determinato e con titolo di specializzazione per il sostegno didattico ulteriori contratti a tempo determinato nell’anno scolastico successivo. Le modalità attuative devono essere definite con decreto del Ministro ad oggi ancora non approvato. Risulta quindi necessaria l’adozione del provvedimento.
“Al Presidente della Regione Basilicata chiedo, inoltre, che si faccia promotore nella Conferenza Stato – Regioni di questa sollecitazione che penalizza fortemente sia gli alunni che le loro famiglie” conclude il Garante.