Un primo caso di Dengue è stato diagnosticato in Basilicata, all’ospedale “San Carlo” di Potenza.
Ad essere contagiata dal virus una donna di 45 anni di origini brasiliane, che a seguito dei sintomi accusati si è rivolta alle cure dell’Azienda Ospedaliera Regionale potentina. Qui è stato appurato che la paziente, appunto, fosse affetta da Dengue.
Si tratta in sostanza di una malattia virulenta trasmessa dalla puntura delle zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non si ha quindi contagio diretto tra esseri umani, anche se l’uomo è il principale ospite del virus. Il virus circola nel sangue della persona infetta per 2-7 giorni ed è proprio in questo lasso di tempo che la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri.
I sintomi più frequenti sono febbre, anche accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito e irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini.
La misura preventiva più efficace contro la Dengue consiste nell’evitare di entrare in contatto con le zanzare vettore del virus.
Nel caso specifico, la paziente ricoverata al “San Carlo” è stata collocata nel reparto di Malattie Infettive per ricevere le cure necessarie e restare isolata; fortunatamente le sue condizioni di salute sono buone e non ha avuto gravi sintomi degni di particolare preoccupazione. Si sottolinea quindi che le persone contagiate non possono infettare direttamente, come ad esempio avveniva con il contagio da Covid.
La responsabile del Reparto di Malattie infettive del “San Carlo” ha spiegato che “il contagio non avviene da uomo a uomo. Inoltre, il caso in questione è stato provocato dalla zanzara ‘edes egipti’ che non si trova sulle nostre latitudini. Non c’è necessità di preoccuparsi perché la Dengue diagnosticata è un caso di importazione ed è uno dei pochi, a fronte dei 4 milioni che si registrano in Brasile. Stiamo attenti comunque a ridurre il rischio che questa specie di zanzara diventi autoctona”.
Il caso è stato comunicato all’Istituto Superiore di Sanità per poterlo certificare.