Lettera del presidente del Consorzio di Bonifica Integrale Vallo di Diano – Tanagro, Beniamino Curcio
Per chi come me è stato per anni testimone e protagonista attivo della grandezza della politica della Prima Repubblica diventa davvero difficile concepire certi modi di agire nell’attuale fase della cosiddetta politica moderna, soprattutto quando questa si lascia rappresentare da avventurieri o politicanti da strapazzo, capaci solo di demonizzare chi non sta dalla loro parte. Con questo non voglio dire che prima non c’erano scontri politici. Anzi, tutt’altro. Per anni nel Vallo di Diano i due principali partiti, Socialista e Democrazia cristiana, si sono combattuti, a volte anche duramente. Ma alla fine prevaleva sempre il profilo alto della politica, quella politica che aveva una visione d’insieme e che era capace finanche, sia pure in un clima di forte contrapposizione, di fare quadrato quando in ballo vi erano interessi superiori che riguardavano il nostro territorio e le nostre comunità locali. Profilo alto della politica anche perché interpretata da persone che, nel loro agire quotidiano, non perdevano mai di vista i valori essenziali, quali il valore delle istituzioni, il rispetto degli avversari, la responsabilità di onorare i propri mandati e di dare conto del proprio operato.
Oggi, purtroppo, è cambiato tutto e molto spesso l’ossessione di apparire a tutti i costi porta a radicalizzare il conflitto politico anche con offese, allusioni e sparate di ogni tipo. Francamente in tutti questi anni non mi è mai capitato che uno si dovesse sentire quasi in colpa per essersi adoperato per far finanziare un progetto. La mia cultura politica mi ha fatto sempre pensare che ottenere un finanziamento importante per un’opera importante fosse un merito. Ma, con rammarico, mi devo ricredere perché c’è anche chi ritiene che questo è un demerito.
Intanto diciamo che il Consorzio di Bonifica non ha “carpito” alcun finanziamento. Bisognerebbe sciacquarsi la bocca prima di pronunciare questa parola. Abbiamo, come Consorzio, partecipato a dei bandi pubblici del Ministero dell’Agricoltura con dei progetti sulle infrastrutture irrigue che servono al nostro territorio, soprattutto in questa epoca di grandi mutamenti climatici ove la siccità ci sta portando il conto di stagioni sempre più siccitose e calde, che di fatto impediscono di poter fare agricoltura senza acqua. I progetti presentati dal Consorzio sono stati tutti approvati e 3 su 5 sono stati anche finanziati. L’ultimo finanziamento in ordine di arrivo riguarda il progetto irriguo dell’Area del Carciofo Bianco di Pertosa, così denominato per esaltare una specificità locale, ma che certamente ci è stato finanziato non sulla base della superficie investita a carciofo bianco ma sulla base di specifici criteri fissati dallo stesso Ministero.
Quindi è bene fare subito chiarezza su questo punto e dire anche che nulla è stato tolto al territorio del Vallo di Diano, ove già stiamo attuando il primo progetto finanziato di oltre 6 milioni di euro e che riguarda l’ammodernamento degli impianti irrigui consortili e con riferimento al quale sono stati approvati gli altri due progetti sull’efficientamento, ammodernamento ed estendimento della rete irrigua consortile per oltre 19 milioni di euro, con lo stesso decreto ministeriale di approvazione del progetto di Pertosa. Va anche detto che lo stesso progetto di Pertosa contempla un intervento nel Vallo di Diano in località Fonti del Comune di Sala Consilina.
Come Consorzio abbiamo dunque fatto solo il nostro dovere. Quello che avrebbe dovuto fare chi oggi lo mette sotto accusa, pur avendolo amministrato per anni. Era nostro dovere rivolgere un’attenzione progettuale anche all’Area del Tanagro, perché aggiunta dalla Regione all’originario comprensorio di bonifica del Vallo di Diano e l’abbiamo fatto con un progetto di rilievo e con una visione strategica. Un progetto articolato, non circoscritto solo alle aree coltivate a carciofo bianco, ma che serve per attrezzare con reti in pressione e gruppi di consegna un’area di ben 86 ettari di terreno. Un progetto concepito già in questa fase per poter estendere la rete anche nelle aree circostanti, compresi i terreni nel Comune di Auletta.
L’obiettivo è quello di fare un investimento innovativo e strategico, finalizzato al sostegno dell’agricoltura dei piccoli campi che, alla pari di quella della nostra piana, assume particolare valenza, non solo produttiva ma anche di cura e tutela del paesaggio. Un progetto che può servire per contrastare l’abbandono di questi territori agricoli più marginali, ma straordinari dal punto di vista ambientale e della biodiversità agricola, perciò meritevoli di essere recuperati e valorizzati, anche fornendo acqua di qualità, presupposto imprescindibile per ottenere produzioni distintive e identitarie, di marcata tipicità e qualità e delle quali lo stesso carciofo bianco ne rappresenta un’eccellenza. Un progetto che guarda al futuro e non al campanilismo.
Ovviamente siamo nella fase di gara e se qualcuno ritiene che questo progetto vada messo in dubbio è libero di farlo, ma questo non autorizza nessuno a dire che non abbiamo fatto le cose per bene o che stiamo trascurando il Vallo nel quale non credo si siano mai visti tanti lavori sui canali e nei corsi d’acqua e tanti progetti infrastrutturali di prospettiva, come negli ultimi anni.