Prosegue a ritmo accelerato l’attivismo programmatorio del Consorzio di Bonifica Integrale Vallo di Diano e Tanagro che la settimana scorsa ha approvato l’ennesima iniziativa progettuale per l’importo di 3,6 milioni di euro e con la quale ha aderito in mattinata al bando pubblico dei 30 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione Campania con i fondi del PSR 2014-2020 per il finanziamento di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili a servizio degli impianti collettivi di irrigazione.
“Era nostro dovere cogliere questa opportunità – dichiara il Presidente Beniamino Curcio –. Il Consorzio di Bonifica gestisce impianti irrigui che sono particolarmente energivori, consumano, cioè, molta energia per il sollevamento dell’acqua mediante un sistema di pompaggio. Un problema, questo, di assoluta centralità perché il caro energia, con i continui aumenti e con i prezzi triplicati negli ultimi due anni, rappresenta un rischio concreto per la sostenibilità economica del servizio irriguo consortile, stante anche la peculiarità delle nostre aziende agricole, non tutte in condizioni di potersi eventualmente fare carico di tali aumenti”.
“Finora – prosegue – il costo dell’energia è stato pagato direttamente dalla Regione, ma con la pubblicazione del bando le cose potrebbero anche cambiare ed ecco allora la necessità e l’importanza di questo progetto, finalizzato, appunto, a mettere in sicurezza energetica gli impianti consortili a servizio di circa 4.000 ettari di terreni irrigui, assolutamente indispensabili per mantenere attivi i nostri sistemi agricoli che, come noto, assumono valenza strategica per l’economia locale e come insostituibile presidio ambientale”.
E’ prevista la realizzazione di quattro impianti fotovoltaici galleggianti che dovranno essere installati sul pelo libero dell’acqua di altrettante vasche di accumulo del Consorzio: due a Montesano, una a Buonabitacolo e una a Padula.
Un progetto innovativo che utilizza il top della tecnologia fotovoltaica e dimensionato per raggiungere l’autosufficienza energetica per il funzionamento degli impianti (circa 900 Kw). Un progetto che, accogliendo la sfida della transizione ecologica, rispetta l’ambiente: gli impianti non sono invasivi, a differenza dei “campi solari” a terra, non consumano suolo, riducono le emissioni di CO2 e riducono anche la formazione di alghe nelle vasche, migliorando, di riflesso, la qualità dell’acqua che viene distribuita per l’irrigazione.
“Abbiamo promosso un’altra iniziativa progettuale – conclude Beniamino Curcio – che, come le altre in corso, serve nell’immediato ma guarda anche al futuro, dando risposte ai problemi più incalzanti per il nostro Ente e per lo stesso settore agricolo: siccità, cambiamenti climatici, caro energia”.