Hedi Mohamed Khadhraoui è il fondatore e presidente della Moschea di Battipaglia, punto di riferimento per la comunità islamica non solo della città, ma anche delle comunità limitrofe. L’Imam Khadhraoui da decine di anni in chiave chiara, moderna ed inclusiva professa la propria religione e guida la sua comunità. In un’intervista che ci ha gentilmente concesso, in occasione degli importanti temi di attualità che il nostro periodo storico sta attraversando, gli abbiamo chiesto il suo punto di vista e le sue riflessioni sulle conseguenze del conflitto tra Israele e Palestina.
- Imam, lei è un punto di riferimento per la comunità islamica di Battipaglia. Quando ha iniziato il suo cammino in città? È cambiato qualcosa da allora ad oggi?
Sono partito dalla Tunisia circa 40 anni fa e, dopo una breve permanenza in Sicilia, sono arrivato qui a Battipaglia e da qui non sono più andato via. Il panorama urbanistico e culturale è notevolmente cambiato da allora. La città si è trasformata, è cresciuta così come hanno fatto i suoi abitanti, prima accogliendo e imparando a conoscere nuovi volti e nuove storie, oggi interagendo e dialogando con quelli che sono a tutti gli effetti nuovi concittadini e dimostrando che, a differenza dello spazio urbano, lo spazio culturale, confessionale, valoriale di una città, non ha limiti. Non può esserci sovraffollamento di culture.
- Soffermandoci su temi più attuali, cosa rappresenta per lei la Striscia di Gaza?
Rappresenta un luogo di sofferenza, dove la vita umana ha perso il suo valore da così tanto tempo da renderci distanti, assuefatti, rassegnati al dolore e alla violenza. E pensare a tutto ciò, in quelle terre che sono la culla delle tre religioni monoteiste, luoghi impregnati di spiritualità e di devozione, fa ancora più male.
- Crede, ad oggi, che si possa parlare ancora di un conflitto dallo sfondo religioso o potremmo definirlo territoriale?
“Dio è con noi” è uno slogan che auspicavamo fosse relegato agli orrori del Novecento ma, purtroppo, anche la storia recente non ci ha risparmiato tale bestemmia. Credo fermamente che la religione, il dialogo e l’ascolto tra i leader e le comunità di fede possano invece essere la cura in questo tempo di opposti estremismi.
- A prescindere dalle ragioni del conflitto, il Corano non professa alcun tipo di violenza, ma a farne le spese sono sempre gli innocenti. Com’è possibile che un testo sacro venga decontestualizzato in nome di un’atrocità?
“Gott Mit Uns” urlavano i nazisti mentre sterminavano ebrei, rom, disabili; “uccidere un infedele non è assassinio, è la via al Paradiso” dicevano i Crociati in battaglia. Quale folle rintraccerebbe il messaggio di Gesù, pace su di Lui, nelle azioni di quegli uomini? Dio, nella sua rivelazione all’umanità, si è sempre servito di grandi uomini. Oggi abbiamo invece piccoli uomini che, a tutte le latitudini, si servono di Dio per giustificare le loro azioni, per legittimare e assolvere la violenza.
- Le dichiarazioni dell’Imam di Pisa hanno creato non poche polemiche nelle ultime ore. Crede sia un attacco ingiustificato alla libertà di pensiero o sono state parole dure quelle espresse?
Non posso farmi interprete dell’altrui pensiero. Posso però essere chiaro in merito al mio: la violenza contro civili, donne, bambini indifesi, contro la dignità umana, non può avere interpretazioni, attenuanti, alibi. Mai.
- Quanto è influente la figura dell’Imam? E che peso assumono le sue parole?
L’Imam rappresenta una guida, un riferimento per la comunità: un riferimento utile a dirimere conflitti e a educare, a consigliare e a supportare nei momenti di difficoltà. L’auspicio è che questo tempo di dolore e violenza ci trovi pronti ad affrontare nuove difficili sfide che metteranno a dura prova i valori di fratellanza e convivenza che abbiamo promosso in questi anni. I conflitti hanno ripercussioni ovunque, le onde d’urto di questa guerra raggiungeranno anche le nostre comunità minando coesistenza e generando lacerazioni di carattere culturale. C’è bisogno del nostro massimo impegno, di saggezza, di lungimiranza e della forza che solo Dio può donarci.