Con una comunicazione di dimissioni non revocabili pare stia per volgere al termine il mandato da Presidente della Comunità Montana “Alburni” di Eduardo Doddato, primo cittadino di Ottati. Una vicenda legata all’annosa questione dei ritardi nel pagamento degli stipendi ai dipendenti degli enti montani campani che, ormai da diversi anni, sta tenendo banco. I dipendenti interni dell’ente alburnino, con una lettera datata 17 febbraio ma protocollata ieri, si sono rivolti allo stesso Doddato e alla Tesoreria, al Prefetto di Salerno, a Stefano Caldoro e al Comandante della Stazione Carabinieri di Castelcivita, lamentando la situazione retributiva in cui versano (“Al quarto mese di stipendio maturato e non riscosso, oltre la tredicesima mensilità, vi è da parte di codesta amministrazione assoluto silenzio“), minacciando proteste (“Gli scriventi si vedranno costretti, loro malgrado, a considerare forme di agitazione con gravi disagi per i cittadini“) e invitando il Prefetto e i militari dell’Arma ad intervenire in merito. Da qui la sofferta ma convinta scelta del Presidente Doddato che, nella giornata di ieri, ha comunicato le proprie dimissioni. “Con immenso rammarico e dispiacere – scrive Doddato – ritengo che la mia appassionante e fantastica esperienza alla Comunità Montana ‘Alburni’ debba ritenersi conclusa“.
“Dalla mia Presidenza in 6 mesi abbiamo erogato circa tre miloni di euro tra stipendi, fornitori, tasse e professionisti – spiega Doddato alla nostra redazione – Siamo stati una delle poche comunità montane ad applicare il D.L. 35 per pagare tutti gli stipendi e contributi arretrati al 31.12.2013. Abbiamo utilizzato l’anticipazione di cassa per far fronte alle esigenze di tutte le famiglie degli operai, ci siamo fatti in quattro per mantenere una coesione sociale tra Forestali e Interni e questi signori scrivono che i loro soldi sono a destinazione vincolata, intimano il sottoscritto a pagarli entro una settimana e scrivono ai Carabinieri di esercitare le loro funzioni. Bene! Che facciano i controlli del caso. Io non sto dalla loro parte! Sto dalla parte dei Forestali che pazientemente si fidano e sperano in un futuro migliore e che devono ricevere altri 10 mesi di stipendio, mentre a chi ha firmato mancano solo le mensilità di gennaio e febbraio 2015“.
“Ieri mattina – racconta Doddato – stavo per firmare la convenzione con la banca per dare seguito all’anticipazione e completare tutti i pagamenti, quando il funzionario si è accorto che mancava un documento originale che avrebbero dovuto produrre proprio quei dipendenti e non mi ha fatto firmare. Invece di preoccuparsi del nulla, si preoccupino di redigere almeno i documenti per il pagamento delle loro spettanze. Il resto è storia, loro protocollano un documento già datato il 17 febbraio ed io mi dimetto, perchè non meritano il nostro impegno e perchè sono un uomo libero, che la politica la fa per amore“.
Amareggiata la reazione di Doddato, dalle cui parole traspare delusione, ma anche la speranza in un “risveglio” della gente e delle istituzioni. “Dalle mie dimissioni mi aspetto delle risposte sia da parte della politica che dei cittadini – afferma – Entro 20 giorni ci riuniremo e potranno esserci tre alternative: il commissariamento, la riconferma di questa amministrazione o la scelta di un nuovo Presidente, che io sosterrò come primo firmatario“.
– Chiara Di Miele –
Il rispetto assoluto per i lavoratori e operai della C. M. che pretendono il pagamento della giusta mercede. I mezzi di lotta per far valere i diritti di chi opera sono noti. Non risulta che tra questi ci sia la “denuncia” ai Carabinieri. Dunque, i lavoratori della C. M., un Ente sostanzialmente inutile, superato e ormai sulla strada della cancellazione, hanno voluto mostrare la faccia feroce e sono andati al di là del legittimo regolare rapporto amministrazione-dipendente. E’ possibile ci siano elementi probatori per azioni disciplinari, di certo hanno mostrato assoluta insensibilità condita di strafottente arroganza. Perdono un Presidente indubbiamente coraggioso e capace che si era caricato sulle spalle un Ente zavorrato di incertezze finanziarie e di personale inadeguato. Dovessi io scegliere oggi, per la prima volta starei con l’amministratore e non con i dipendenti.