Ancora un duro colpo per il sogno del Comune Unico Città Vallo di Diano. Questa volta sono i Comuni di Teggiano e Monte San Giacomo che, dopo Sanza, hanno deciso di fare un passo indietro revocando le delibere favorevoli all’unione dei territori del Vallo di Diano.
La decisione, per Teggiano, è stata deliberata all’unanimità nell’ultimo Consiglio comunale durante il quale l’assessore Lisa Babino ha illustrato i motivi per cui non sarebbe più conveniente unire i Comuni in un’unica Città.
“La proposta di legge – ha spiegato Babino – non è stata preceduta da un adeguato confronto tra tutte le parti coinvolte. Specifica, altresì, che l’istituendo Comune del Vallo di Diano è il frutto di un procedimento di fusione poco coerente con la disciplina del TUEL. Infatti, i singoli Consigli comunali non hanno previamente definito lo Statuto che, come si evince dalla proposta di legge, sarà approvato solo successivamente all’istituzione del nuovo Comune. Per tali motivazioni le comunità oggetto della fusione non risultano adeguatamente informate sulle forme di partecipazione e di decentramento dei servizi e in generale sulle ricadute che tale fusione comporterà sul destino di ciascuno. Questa maggioranza immagina invece un processo di aggregazione al fine di giungere ad una città con servizi”.
Non ci sarebbero, quindi, i giusti criteri per far sì che il territorio possa giovare dell’unione dei vari Comuni ed inoltre, come spiegato dal primo cittadino Michele Di Candia, non ci sarebbero più “i criteri e la popolazione di un tempo, quando il Comune Unico è stato ideato”.
L’Amministrazione comunale teggianese ha ritenuto che a distanza di quarant’anni e senza un lavoro preliminare analogo a quello dell’epoca, basato su una programmazione puntuale, dettagliata e precisa, è del tutto aleatorio, oltre che potenzialmente dannoso per le comunità, immaginare una sommatoria nuda e cruda di abitanti di territori, sì limitrofi e appartenenti a un’area omogenea, con una propria vocazione e una propria identità, che solo attraverso un poderoso lavoro preliminare di analisi, di studio e di progettazione, potrebbero fondersi dando vita a una città. Inoltre, la situazione determinatasi dopo la pandemia ha generato possibilità che al momento ciascun Comune sta cercando di cogliere sulla base delle proprie potenzialità, oltre che delle singole esigenze per cui sarebbe assolutamente impensabile, in piena corsa per le misure del PNRR, imbarcarsi in un progetto, per quanto suggestivo, momentaneamente non praticabile.
“E’ arrivata una proposta di legge dalla Regione Campania dal nulla e non mi sta bene – ha dichiarato Michele Di Candia -. Ci viene imposta una legge che non funziona. Ormai non ci sono più le condizioni per istituire il Comune Unico, la presenza sul territorio si è ridotta tantissimo e negli ultimi dieci anni abbiamo investito tanto nel turismo, non potremmo più farlo allo stesso modo. Quale sarebbe il Comune capofila? Quali sono i benefici dell’unione? Non c’è un criterio in questa proposta di legge, non è chiara e non possiamo correre rischi compromettendo il territorio. La Regione non ha spiegato come vorrebbe regolamentare il tutto, i territori più piccoli come si andranno ad inserire in questo contesto? E’ rischioso in questo momento buttarsi nel vuoto”.
Medesimo parere è stato espresso dalla sindaca di Monte San Giacomo, Angela D’Alto, durante il Consiglio comunale: “Premetto che sia lecito che ognuno abbia un suo parere su questo argomento. Opinioni diverse sono infatti già emerse nel corso della Conferenza dei Sindaci convocata presso la Comunità Montana Vallo di Diano. Le perplessità che sono alla base della posizione di questa Amministrazione (che è espressa nella proposta di deliberazione) sono di natura sia politica che amministrativa. In realtà la prima cosa da evidenziare è l’assenza di un’effettiva proposta, nel senso che la proposta di legge prevede sì la fusione dei quindici Comuni in un unico Ente, ma senza un effettivo progetto. Questo progetto di Città Vallo risale a molti anni fa, su proposta di Paolo Portoghesi all’epoca del socialista onorevole Gerardo Ritorto. Quel progetto costituì all’epoca una bandiera importante anche in termini di identità culturale, territoriale e di aggregazione. Purtroppo da quell’idea progettuale non solo sono trascorsi quaranta anni ma di quel progetto non è rimasto quasi nulla”.
Degli undici consiglieri presenti durante il Consiglio comunale di Monte San Giacomo, otto hanno votato in favore della proposta di revoca delle delibere.
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