La problematica legata all’avvicinamento dei cinghiali ai centri abitati di diversi paesi del Vallo di Diano continua a pesare, soprattutto sulle spalle e sul lavoro degli agricoltori locali. Diverse, infatti, in questi giorni sono le segnalazioni di colture letteralmente distrutte da un evidente passaggio degli ungulati.
Sempre più spesso la specie, inizialmente nota per essere selvatica e abituata a vivere distante dai luoghi popolati, si sta invece avvicinando alle abitazioni, molto probabilmente in cerca di cibo che forse tra i monti inizia a scarseggiare. Si registrano attacchi nei campi di San Rufo, in località San Paolo e San Marco di Teggiano, ma anche ad Atena Lucana, a San Pietro al Tanagro, a Sala Consilina, Padula, Buonabitacolo e Sanza.
Ad essere atterrate in questo periodo sono soprattutto le coltivazioni di mais, ma i cinghiali non hanno risparmiato i numerosi vigneti che caratterizzano la zona e le piantagioni di pomodori e ortaggi vari.
Gli agricoltori sono disperati e le incursioni degli ungulati devastano i campi. Ogni ettaro colpito si traduce in 600 quintali di mais persi, mancata produzione e migliaia di euro in fumo. Il direttore di Coldiretti Enzo Tropiano ieri ha visitato aziende colpite dalla furia dei cinghiali a Buonabitacolo, Padula, Sala Consilina e Sanza e chiede misure straordinarie, la revisione del piano di abbattimenti, l’aumento della quota e un tavolo in Prefettura tra gli enti coinvolti. Nel corso del sopralluogo era presente anche Beniamino Curcio, presidente del Consorzio di Bonifica Tanagro e Vallo di Diano.
“Non c’è più tempo da perdere – afferma Tropiano della Coldiretti – servono misure straordinarie e la revisione del piano di abbattimenti per ridurre in maniera drastica il numero di cinghiali sul territorio. Chiederemo al Prefetto la convocazione di un tavolo di emergenza tra tutti gli enti coinvolti. A rischio è non solo il reddito delle imprese ma l’economia agricola di interi territori“.
– Chiara Di Miele –