La relazione del Ministro dell’Interno sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia del primo semestre del 2017 non offre dati confortanti: il Cilento e il Vallo di Diano continuano ad essere oggetto della criminalità organizzata come camorra e ‘ndrangheta.
Secondo quanto emerge dalla relazione, il contesto criminale salernitano appare caratterizzato dalla coesistenza di molteplici gruppi di stampo camorristico dedito principalmente ad affari illeciti “tradizionali” come il traffico e lo spaccio di stupefacenti insieme all’usura e all’esercizio abusivo del credito.
Dati poco confortanti anche per il Vallo di Diano che, come riporta la relazione DIA “si conferma zona d’interesse per sodalizi criminali di diversa matrice, essendo posto a cerniera tra l’alta Calabria, la Campania e la Basilicata. Nel comprensorio sono operativi due gruppi criminali che mantengono rapporti di collaborazione con i clan dell’alto Tirreno cosentino e con sodalizi napoletani, autofinanziandosi con usura, estorsioni, traffico di armi e di stupefacenti”.
Il Cilento, pur non evidenziando sodalizi autoctoni strutturati, attesa la particolare vocazione turistico – ricettiva, risulta esposto agli interessi dei clan napoletani.
Analoga situazione anche tra i comuni di Eboli, Campagna e Contursi. “Dopo la disarticolazione dello storico clan Maiale – si legge – si sono creati piccoli gruppi, alcuni guidati da ex affiliati e altri autonomi, che starebbero tentando di ritagliarsi uno spazio per il controllo e la gestione delle attività illecite. Nel mese di aprile, la D.I.A. di Salerno ha eseguito, ad Eboli, un provvedimento di sequestro nei confronti di un soggetto già affiliato al clan Maiale e poi passato al sodalizio Fabbiano – Capozza, anche questo operante nella Piana del Sele. L’ingente patrimonio accumulato era frutto di molteplici condotte criminose, tra le quali l’usura, praticata in danno di imprenditori in difficoltà, sottoposti, peraltro, anche a pesanti vessazioni in caso di mancati pagamenti”.
– Claudia Monaco –