Lettera aperta alla redazione di Franco Iorio.
Ci vorrebbe un Ulisse per il Vallo di Diano… Che sta diventando la nostra Itaca, da tempo incredibilmente perduta e mai più ritrovata. Ogni tanto a Sala Consilina, poi a Teggiano, a Polla, a Padula fino a Montesano sulla Marcellana se ne annuncia la conquista, poi sempre rinviata a occasioni più propizie. Di questi tempi si ha notizia di qualche Ulisse improvvisato che pensa di raggiungere le rive pur senza averne i requisiti.
Le elezioni amministrative per il rinnovo di Sindaci e Consigli comunali sono prossime e più di qualcuno veste i panni del leader annunciando la discesa in campo e promettendo la rifioritura dei territori dove una volta esistevano Tribunale, carceri, uffici, negozi, commercio e iniziative imprenditoriali. Ma di Ulisse ce ne fu uno solo, animato di sete di conoscenza, astuto e intelligente. Sul proscenio del Vallo di Diano si affacciano oggi troppi Ulisse, magari senza arte oratoria e privi di acutezza intellettuale per conquistarci a un discorso che deve convincere.
Ulisse fu un Enrico Quaranta, a Polla un Gerardo Ritorto, a Teggiano un Antonio Innamorato e un Michele Pinto. Quanto fecero e quel che fecero è consacrato alla storia, superfluo ritornarci in questa occasione non fosse altro per evitare sproporzioni di raffronto. Quelli erano giganti, oggi avanzano i pigmei. Poi solo imitazioni, per giunta mal riuscite.
Spero di non prendermi la stessa dose di “vaffa” e di qualche latente minaccia, come patii quando mi permisi di scrivere “Chi ha tradito il Vallo di Diano“: era il 6 agosto 2019 e Ondanews accolse i miei pensieri in proposito, segno che non erano peregrini.
Imitazioni, dicevo. E allora non possiamo non dirci che la costruzione di un discorso di sviluppo deve avere una logica precisa, da cui dipende il successo del programma capace di investire ciascun paese e tutti i paesi insieme, quindi il Vallo di Diano. Chi può farlo deve possedere capacità di governo, quindi una preparazione adeguata a monte, avere doti per generare empatia, creare fiducia, trascinare per farsi seguire. Gli anni a venire segneranno un punto di non ritorno perché le amministrazioni civiche riceveranno finanziamenti conseguenti al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e saranno chiamate ad operare con celerità ed efficienza, senza errori, senza distrazioni.
Così torniamo all’argomento: occorre arrivare a Itaca, per arrivarci ci vorrebbe Ulisse. E se Ulisse fosse donna? Se invece che un Ulisse fosse una Ulissa? Il pensiero mio personale non va lontano, corre a un piccolo Comune alle pendici del Monte Cervati ove emerge una leader capace a mio parere di tracciare una rotta, di prendersi tempo per percorrerla, di indugiare nel mentre nelle tentazioni senza cedervi del tutto, di attraversare i pericoli con lucidità e scaltrezza. Soprattutto capace di mettere la propria astuzia al servizio di una causa mai priva di una punta di grandiosità. Sarebbe una scommessa farle vestire i panni del personaggio della mitologia greca… Perché, parafrasando Teddy Roosevelt, è impossibile vincere le grandi scommesse della vita senza correre dei rischi, e le più grandi scommesse sono quelle relative alla “politica”.
– Franco Iorio –