Si è tenuto ieri presso la sede Organismo Congressuale Forense di Roma il convegno dal titolo: “Revisione della Geografia Giudiziaria: un auspicio”.
Alcune delegazioni provenienti dalle città, sedi dei Tribunali soppressi, come Lucera, Melfi, Bassano del Grappa, Ariano Irpino, Camerino e Sala Consilina, hanno illustrato 10 progetti per la riapertura dei loro uffici giudiziari.
“La riforma del 2012 ha fallito perché non si sono realizzati gli obiettivi di risparmio che avevano previsto, come non abbiamo avuto significativi miglioramenti sotto il profilo dell’efficienza infrastrutturale, dell’abbattimento dell’arretrato o della celere definizione dei processi – ha dichiarato il Sottosegretario al Ministero della Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove – Un’altra conseguenza tangibile è che la revisione della Geografia Giudiziaria ha inopinatamente privato intere porzioni di territorio di un fondamentale presidio di giustizia e di legalità. Il Governo Meloni, nel DEF, ha indicato la revisione della Geografia Giudiziaria tra i disegni di legge collegati al bilancio perché vogliamo realizzare una revisione di quella riforma e valorizzare la giustizia di prossimità”.
Sul tema della Geografia Giudiziaria, “l’Organismo Congressuale Forense ha sempre evidenziato che in assenza di un ampliamento delle piante organiche tutte le riforme, e da ultimo anche la Riforma Cartabia, rischiano di non incidere sugli auspicati tempi della Giustizia. Chiede quindi di essere sempre informato sul metodo che si intenderà adottare nella rivisitazione della Geografia Giudiziaria e chiede di essere coinvolta in tutti i tavoli volti alla riorganizzazione degli Uffici Giudiziari”.
“Durante gli anni 2012/2013, la riduzione degli uffici giudiziari ha portato alla soppressione di 26 Tribunali su 165 e di 217 Sezioni Distaccate di Tribunale su 220. Nessuno dei due obiettivi auspicati, come la riduzione di spesa e la maggiore efficienza del sistema giustizia, è stato raggiunto – ha dichiarato Giuseppe Agnusdei, Presidente del Comitato Nazionale Tribunali Accorpati – Le conseguenze sono state congestionamento delle sedi accorpanti, rallentamento delle decisioni, accesso più oneroso al servizio giustizia, depauperamento socio economico dei territori delle sedi soppresse, allontanamento delle istituzioni da molte comunità e da vaste aree (di oltre 5mila chilometri quadrati prive di presidi di Giustizia), recrudescenza della criminalità nelle zone da dove lo Stato si è allontanato. Chiediamo al Governo, e in particolare al Sottosegretario, di accelerare l’iter per la riattivazione delle sedi accorpate”.