Biagio Tomasco, segretario territoriale del sindacato Nursind, scrive al governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in merito alla chiusura dei Punti Nascita degli ospedali di Polla e Sapri. “La scrivente Organizzazione Sindacale – scrive Tomasco a De Luca – non è mai rimasta così basita rispetto alle Sue dichiarazioni in ordine alla chiusura dei punti nascita di Polla e di Sapri. Pensiamo che Lei creda che i cittadini del Cilento e del Vallo di Diano abbiano l’anello al naso, nel momento in cui Ella vada a scaricare unicamente sull’attuale governo centrale quanto stabilito nel Piano di Riordino Ospedaliero della Regione Campania“.
Secondo il segretario del Nursind l’attuale organizzazione ospedaliera della Regione deriva dall’attuazione delle norme nella legge che impone alla Regione stessa le misure che si debbano raggiungere in tema di ristrutturazione e qualificazione della rete ospedaliera. “Il Piano Regionale di Programmazione della Rete Ospedaliera – continua – in ordine ai punti nascita dei nosocomi cilentani dispone che nella provincia di Salerno è prevista la deroga per il mantenimento dei punti parto di Sapri e Vallo della Lucania, per le difficoltà oggettive di collegamento che offrono tempi di percorrenza molto lunghi, ancora nulla si dispone per l’ospedale di Polla. Si arriva al DCA n. 87 del 05.11.2018 recante disposizioni per il Piano Regionale di programmazione della rete ospedaliera. Nello stesso si chiarisce che sono stati previsti 7 punti nascita in deroga e nella provincia di Salerno è stata richiesta la deroga per il mantenimento dei punti parto di Sapri, Vallo della Lucania e Polla. A seguito del parere espresso dal Comitato Percorso Nascita nazionale si è avuta la deroga per il solo punto nascita di Vallo della Lucania, con la conseguente soccombenza di quelli di Polla e Sapri“.
“Sorge spontanea una domanda – incalza Tomasco – ovvero cosa sia stato fatto dalla politica regionale, provinciale e locale affinché non si arrivasse ad una conclusione per certi versi scontata quale quella della chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti/anno? Eppure le avvisaglie c’erano e ci sono state in abbondanza, ma nessuno ha mosso un dito sempre nella speranza della deroga riparatrice. I cittadini del Cilento e del Vallo di Diano non hanno bisogno di alcuna deroga, perché il loro diritto a cure sostenibili è sancito dalla Costituzione Italiana e non certo dai calcoli di qualche ragioniere statale e regionale“.
Tomasco continua la sua lettera chiedendo a De Luca:”Crede davvero che ci si possa accontentare di un’ulteriore deroga che altro non farebbe che dilatare la naturale scadenza di quanto previsto dalle norme nazionali? Quali sono le strutture intermedie che potrebbero garantire in caso d’urgenza la giusta e dovuta assistenza al nascituro ed alla madre? Come faranno i cittadini ricadenti nei comuni di Sapri e di Polla ad arrivare al punto nascita più vicino, ovvero quello di Vallo della Lucania distante un’ora e mezza da Polla ed un’ora da Sapri? Non ci dica con il 118, servizio mai attenzionato come si deve dalla Sua, quanto da quelle che l’hanno preceduta, amministrazione, e che vive di continue criticità legate alla mancanza di professionisti preparati sulle ambulanze“.
– Chiara Di Miele –