Il presidente di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi, ha inoltrato una lettera al presidente dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), Antonio Patuelli, chiedendo la costituzione urgente di un tavolo di confronto che definisca regole e procedure chiare per la cessione dei crediti dell’edilizia (Superbonus 110% ma non solo), in teoria cedibili per quattro volte dal 17 maggio scorso, nella realtà fermi nella disponibilità delle imprese che non riescono a monetizzare i lavori realizzati.
Nella lettera al presidente Patuelli, Lombardi auspica “l’immediata costituzione di un tavolo di confronto con la categoria al fine di definire con chiarezza, proprio attraverso l’ABI, le procedure alle quali le imprese si devono attenere per poter cedere i crediti. Un tavolo che consenta anche di uniformare le richieste e gli iter burocratici da seguire in tutti gli istituti di credito”.
Dal 17 maggio è operativa la quarta cessione dei crediti, e quindi, sul piano teorico, non sussiste più alcun ostacolo all’acquisizione dei medesimi, però nella verità dei fatti dallo scorso mese di gennaio sono sempre più numerose le imprese che hanno lavorato e continuano a lavorare nell’impossibilità o nell’estrema difficoltà di monetizzare i crediti fiscali maturati.
“In questo contesto di eccessiva burocrazia, eccesso di normazione ma anche poca trasparenza e diffidenza – scrive il presidente Lombardi – si stanno inoltre inserendo operatori terzi che, approfittando delle lungaggini e delle problematiche predette, propongono di rilevare i crediti a condizioni estremamente onerose, improponibili per le imprese che hanno eseguito i lavori. È quindi auspicabile ed urgente un intervento dell’ABI che, attraverso appunto un tavolo di concertazione con le imprese, uniformi adempimenti e procedure per riportare il sistema della cessione dei crediti, nell’alveo del sistema bancario e creditizio”.
Le imprese italiane dell’edilizia hanno maturato ad crediti per oltre 5,5 miliardi di euro, dei quali 3,7 legati al Superbonus 110% ed il residuo ad altri bonus: lavori quindi che le imprese hanno anticipato, confidando nello Stato italiano e nel sistema bancario per la monetizzazione dei crediti.
“Tutto questo purtroppo non sta avvenendo – continua il presidente di Federcepicostruzioni al presidente ABI – o sta avvenendo con estrema difficoltà. Il settore dell’edilizia è vittima di un incentivo che ha generato ricchezza teorica ma che, in pratica, sta mettendo in seria crisi imprese, fornitori e professionisti, alla disperata ricerca di soggetti che possano acquistare tali crediti. È impensabile che un sistema quale quello delle costruzioni, già reduce dalle enormi difficoltà conseguenti alla crisi economica, alla pandemia, al rincaro delle materie prime e alla guerra in corso, possa mantenere a lungo in giacenza crediti così consistenti, in attesa di ammortizzarli in qualche modo. Sono a rischio non solo l’efficacia di questi strumenti di agevolazione, ma la tenuta dell’intero sistema, che potrebbe rimanere strozzato dalle difficoltà di cessione di tali crediti”.
Il Superbonus ha attivato investimenti per oltre 27 miliardi, creando 450mila nuovi posti di lavoro con una incidenza sull’incremento del Pil dell’anno 2021 di oltre la metà (3,6 su 6,7).
Ha innescato, quindi, un’economia virtuosa che potrebbe essere vanificata dalle problematiche che le imprese stanno riscontrando nei rapporti col sistema bancario.