Il professore Mario Polichetti, coordinatore provinciale del comparto materno-infantile della Uil Fpl Salerno, esprime solidarietà al professore Enrico Coscioni, direttore del Dipartimento di Cardiochirurgia dell’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, e agli altri sanitari coinvolti nell’indagine sulla sostituzione aortica valvolare condotta dai Nas.
La misura interdittiva della professione medica, emessa dal GIP del Tribunale di Salerno, è un provvedimento che ha suscitato molte domande, ma Polichetti è chiaro sulla vicenda: “Il professore Enrico Coscioni è una figura di riferimento per la sanità salernitana e ci auguriamo che possa tornare presto a svolgere il suo ruolo di Primario nel Dipartimento di Cardiochirurgia. Riconosciamo il suo impegno e la sua competenza che hanno contribuito in modo significativo al miglioramento della qualità delle cure nella nostra provincia”.
Il coordinatore provinciale della Uil Fpl, dunque, sottolinea l’importanza di non mettere in discussione la figura del professore Coscioni: “Chiediamo che la sua lunga e proficua carriera non venga offuscata da una inutile macchina del fango. È fondamentale considerare il suo contributo positivo e continuare a sostenere il progresso della sanità locale e non solo”.
Polichetti esprime solidarietà anche ai sanitari Francesco Pirozzi e Aniello Puca sospesi nell’ambito dell’indagine: “Come sindacato vogliamo esprimere la nostra vicinanza ai sanitari coinvolti, chiedendo che vengano riconosciuti il loro impegno e la professionalità dimostrati nel corso degli anni”.
Sulla questione è intervenuto anche il Direttore Generale del “Ruggi”, Vincenzo D’Amato, che ha affermato: “Resto alquanto basito dall’emanazione di questo forte provvedimento che scaturisce da un quadro indiziario giudicato dal GIP ‘grave’ e che coinvolge il dottor Enrico Coscioni e ben altri 4 medici di questa Azienda. Mi auguro che i cinque sanitari indagati siano ascoltati al più presto e riescano a chiarire la propria posizione, fornendo ulteriori elementi utili alle indagini e che l’intera vicenda, al momento ancora in fase istruttoria, possa essere definita al più presto. È altresì evidente che il dispositivo non può non ripercuotersi sulle attività di cardiochirurgia per le quali il Ruggi è tutt’oggi struttura di rilievo nazionale, alla quale gli assistiti, provenienti non solo dall’ambito provinciale, continuano a rivolgersi con fiducia”.
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