“Le parole di Papa Francesco, ancora una volta, ci sorprendono e ci confortano, giungendo in un periodo emotivamente faticoso. Siamo grati al Santo Padre perché continua a manifestarci vicinanza e affetto e accogliamo la sua lettera con riconoscenza”.
E’ quanto affermano i familiari di Elisa Claps, scomparsa da Potenza nel 1993, i cui resti furono ritrovati nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità nel 2010. Papa Francesco ha scritto una lettera all’arcivescovo Ligorio circa la riapertura del luogo sacro.
Papa Francesco aveva già contattato telefonicamente mamma Filomena a gennaio 2014, manifestando anche in quella circostanza vicinanza e partecipazione.
“Per quanto riguarda la riapertura della chiesa nei cui locali è stato nascosto per 17 anni il corpo di Elisa, non possiamo far altro che registrare la decisione assunta dalla Curia. Non spetta a noi stabilire il destino di quella chiesa, come invece è stato fatto da altri per il destino di Elisa. ‘Signore io non sono mai sola perché tu cammini accanto a me’, scriveva Elisa nei suoi diari. Se pensiamo alla sua profonda fede e al fatto che proprio nella casa di Dio ha trovato la morte, non possiamo essere favorevoli alla riapertura della chiesa. Non tanto perché è lì che è stata uccisa, quanto per il fatto che il suo corpo è stato artatamente occultato e successivamente fatto ritrovare in circostanze e tempi ancora non chiariti e che difficilmente possano escludere il ruolo più o meno attivo di esponenti dell’ambiente ecclesiastico. Tuttavia l’ultima decisione spetta alla comunità: saranno i cittadini di Potenza a scegliere se ascoltare la Parola di Dio in quel tempio”.
Come il Santo Padre riteniamo una “buona intenzione che la Chiesa della SS. Trinità custodisca la memoria di Elisa” ma ribadiamo, ancora una volta, che la riconciliazione passa attraverso un’assunzione di responsabilità e di scuse rispetto ai tanti silenzi e alle omissioni che hanno preceduto e seguito il ritrovamento dei resti di Elisa. Senza pentimento non ci può essere remissione”.
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