Una carta di identità sottratta al Comune di Casalbuono nel 2003 finisce a Mantova per essere utilizzata da un impiegato della locale Direzione Provinciale del Lavoro per alterare documenti al fine di determinare il rilascio di un permesso di soggiorno.
La vicenda giudiziaria si è conclusa con la condanna definitiva a 5 anni di reclusione dell’impiegato, un 60enne originario della Basilicata.
La condanna è arrivata perché si era “impossessato, al fine di trarne profitto, distruggendoli – si legge nella sentenza – dei documenti relativi a richieste di integrazioni della documentazione per l’assunzione di extracomunitari contenuti nelle lettere raccomandate inviate dalla Direzione Provinciale del Lavoro di Mantova a due ditte allo scopo di impedire che i titolari si accorgessero che aveva aggiunto altri nominativi a quelli indicati nelle domande originali”.
Per questo reato il 60enne è stato condannato a tre anni di carcere ai quali sono stati aggiunti altri due anni “perché – si legge ancora nella sentenza – al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquistava o comunque riceveva da persona rimasta ignota un modulo per carta di identità sottratto al Comune di Casalbuono in data 13.2.2003, bene per le cui caratteristiche non poteva ignorare l’illecita provenienza“.
– Erminio Cioffi –