I rialzi dei carburanti aggravano la stangata per le tasche degli italiani. Sul tema gli autotrasportatori hanno fatto scattare diversi giorni di protesta che hanno suscitato non pochi disagi e polemiche. Inoltre, nei giorni scorsi un forte allarmismo è stato creato a causa di fake news e fraintendimenti, al punto che i distributori di carburanti sono stati presi d’assalto. La guerra in Ucraina e l’improvviso aumento dell’inflazione hanno dato un ulteriore colpo a quello che era un settore che già stava soffrendo. Per comprendere meglio la situazione del caro carburante ne abbiamo parlato con Barbara Aumenta Sabia, imprenditrice valdianese che opera nel mondo del settore petrolifero.
- Il caro carburante è una tematica davvero delicata al momento, quali cambiamenti nota?
E’ una situazione molto complicata e le difficoltà non riguardano soltanto noi imprenditori, ma anche gli acquirenti. Il caro carburante ha fermato tutto e più andiamo avanti più la situazione rallenta. Ormai oggi sul volto delle persone non si legge più la spensieratezza, vedo clienti con volti tristi, forse a causa delle rinunce che questa crisi ci porta a fare. Le persone non escono più come prima e chi un tempo spendeva una cifra per riempire il serbatoio della propria auto, ora ne spende la metà: chi spendeva 20 euro una volta, oggi ne spende 10 e anche con difficoltà. A me questa situazione fa davvero male perché so che i prezzi continueranno ad aumentare, quindi non posso “consolare” i clienti in alcun modo; le difficoltà sono davvero estreme.
- Quali sono le sue preoccupazioni?
Non ho mai avuto paura dei momenti difficili, ma adesso in realtà inizio ad essere preoccupata. Ho paura per i miei dipendenti perché se diminuisce il lavoro, considerando che le spese sono sempre le stesse e anche in aumento, noi imprenditori dobbiamo far fronte a scelte difficili. Non si parla di diminuzione dei costi, anzi, già da questa settimana sarò costretta ad aumentare ulteriormente i prezzi. Principalmente in questo momento ho paura per la gioventù: chi come me ha una certa esperienza e trascorsi di vita differenti da quelli a cui siamo abituati oggi, sa che per quelli della mia generazione è più facile darsi un pizzicotto sulla pancia, come si suol dire, e fare un passo indietro. Oggi siamo abituati ad avere tutto e forse troppo, sarà difficile per i giovani imparare a dire ‘no’.
- Con l’arrivo della pandemia i prezzi dei carburanti erano calati. Il successivo aumento è stato un sinonimo di ripresa?
Non del tutto, o meglio ora iniziavamo a vedere uno spiraglio di luce dopo 2 anni di pandemia e nonostante questo l’economia non era in ripresa. Abbiamo iniziato a lavorare, questo sì, ma non c’è stata nessuna ripresa effettiva perché le spese da tamponare sono state tante. Ed ora? Ulteriori aumenti: questo significa far chiudere molte attività. Nel mio piccolo, nonostante vedo gli incassi dimezzarsi, non riesco a dire ai miei dipendenti di andare a casa. Nel mio settore attualmente i costi sono superiori ai guadagni, stiamo lavorando per pochissimi centesimi: se prima potevamo permetterci di aumentare i prezzi per poter guadagnare oggi questo discorso non possiamo più farlo. Adesso si lavora per le spese.
- Sono previsti ulteriori aumenti e se sì, la guerra in Ucraina sta influendo?
La benzina che ora da me ha un costo di 1,85 euro potrebbe arrivare a costare addirittura 2 euro. Un incremento davvero esagerato, è insostenibile. Quando nel 2014 ci fu la crisi petrolifera, e anche allora ci furono gli scioperi da parte degli autotrasportatori, non eravamo mai arrivati ad un costo così alto, siamo a cifre record, questi prezzi non si erano mai visti. Ogni giorno si parla di aumentare 3 o 4 centesimi. La guerra sta influendo relativamente, il problema era già esistente. Ho iniziato ad avvertire la crisi sul gasolio dallo scorso ottobre ma se ne parlava poco. Giustamente l’inflazione che è aumentata di colpo il giorno dopo in cui è iniziata la guerra ha dato i suoi effetti, infatti i carburanti hanno subìto un aumento di 3 centesimi. Chi ne risente maggiormente sono i rivenditori di gas. Io non ne vendo, ma sono a conoscenza di molti colleghi che hanno aumentato drasticamente i prezzi il giorno stesso in cui la guerra è iniziata.
- Nei giorni scorsi c’è stata una corsa ai distributori di carburanti, perché?
C’è stata molta confusione su questo argomento. Il problema ha riguardato la Calabria, mi spiego: dato che lì non arrivavano i carburanti si è creata una bufera generale. Io personalmente, ma come credo anche molti colleghi del Vallo di Diano e non solo, non abbiamo al momento questo problema perché riusciamo ad acquistare le quantità di carburante di cui necessitiamo per soddisfare le richieste dei clienti. L’unica cosa che non possiamo sapere al momento è se ci sarà un blocco da parte delle raffinerie da cui ci riforniamo perché la minaccia attualmente è quella di non voler far attraccare le navi, ci tengo a precisare, però, che non c’è ancora nulla di ufficiale. La situazione cambia di giorno in giorno, quindi non possiamo fare previsioni a lungo termine.
- Come pensa possa cambiare questa situazione e qual è il suo auspicio?
Mi auguro che arrivi una soluzione, magari che ‘dall’alto’ venga presa una posizione al più presto perché altrimenti ci troveremo a combattere con giornate molto dure e saremo costretti a vedere molte serrande abbassarsi. Solo il Governo può intervenire e mi auguro che lo faccia al più presto. La mia preoccupazione più grande è che l’economia possa subire un ulteriore blocco e avendo così tanti dipendenti dover iniziar a pensare ad un ridimensionamento delle mie attività economiche. Spero davvero, perché credo vivamente nel lavoro che svolgo ogni giorno e lo faccio davvero con amore e dedizione, che i giorni di buio che viviamo siano solo passeggeri; credo sempre che il domani possa portare notizie migliori.
Sei una grande imprenditrice, la forza nella volontà, un aiuto per tutti i coltivatori e allevatori.