Autunno nero se non si adotteranno misure di contrasto al caro bollette con almeno 1500 le imprese in provincia di Salerno a rischio chiusura. E’ questo quello che annuncia il presidente di Confesercenti Salerno Raffaele Esposito che parla di “collasso autunnale” delle imprese impossibilitate a pagare luce e gas.
“Sveliamo le proiezioni, del tutto negative, del caro bolletta elaborate su dati innova, Unioncamere e Agenzia delle Entrate, se nel 2020 e 2021 un bar, un pubblico esercizio, spendeva in media 6.700 euro per le bollette di luce e gas, nei prossimi dodici mesi, ipotizzando che gli aumenti attuali restino costanti, lo stesso bar spenderà 14.740 euro – scrive Esposito – Sarebbe devastante un aumento del 120% e un’incidenza sui ricavi aziendali che passerebbe dal 4,9% al 10,7%. del tutto insostenibili. Allo stesso modo, secondo le stime di Confesercenti nazionale, un albergo medio vedrebbe lievitare la spesa per la bolletta energetica da 45mila euro a 108mila euro (+140 % con un’incidenza di oltre 25 punti percentuali sui ricavi). Un vero e proprio dramma”.
Secondo le stime, un esercizio di vicinato, invece, passando al settore commercio, passerà mediamente da 1.900 euro a 3.420 euro (+80 %), mentre un ristorante da 13.500 euro a 29.700 euro (+120 %) oltre duemila euro mensili.
“Il caro bollette sta diventando sempre più il ‘cataclisma perfetto’ – dichiara il Presidente provinciale – una variabile incontrollabile, un flagello che sta mettendo in crisi migliaia di imprese. Come detto, spesso, gli interventi governativi sono stati scarsi o inefficaci e lo abbiamo visto dall’ andamento della crisi dei consumi già ampiamente documentata. Il caro vita e la questione energetica stanno davvero mettendo a dura prova le nostre imprese che tentano una ripartenza per nulla facile. Molte imprese rischiano la chiusura mentre altre hanno già, loro malgrado, rivisto al ribasso i servizi da poter offrire in una impresa diversificata come ad esempio le imprese che devono garantire il ciclo del freddo e per il prossimo inverno quando necessiterà maggiore energia per garantire produzioni e confort al caldo la situazione peggiorerà come visto”.
“Occorre intervenire in maniera urgente e decisa per evitare il collasso. È necessario in prima istanza estendere anche alle piccole imprese il credito d’imposta per l’energia elettrica (imprese con potenza < di 16,5 kwh), aumentare le percentuali di credito d’imposta almeno fino al doppio (da 15 a 30 e da 25 a 50 per il gas) e prorogare gli interventi almeno fino al 31 dicembre. Al tempo stesso, bisogna mettere in campo interventi paralleli più significativi, di medio periodo ma realizzabili in tempi relativamente brevi, per la diversificazione delle fonti e favorire con un bonus al 110% gli investimenti di chi può rendersi autonomo attraverso la produzione di energia pulita, queste le richieste della nostra Confederazione”, conclude.