Medici in pensione pronti a “stringersi a coorte” per salvare l’ospedale di Polla.
Un ospedale, come denuncia anche il sindacato UIL FPL, completamente allo sbando senza un direttore sanitario con la probabile chiusura della Chirurgia e la chiusura di Cardiologia, Fisiopatologia Respiratoria e Pediatria, punti nevralgici dell’intera e vasta comunità di territorio. Inoltre si segnala “un solo medico in Neurologia, due unità in Urologia e carenza anche in altri reparti”.
E con il piano ferie da organizzare per la stagione estiva, la situazione potrebbe anche precipitare. E proprio per fare in modo di tamponare l’emergenza giungono da più parti richieste di disponibilità da parte di professionisti che, dopo aver trascorso una vita al servizio dell’ospedale di Polla, si dichiarano pronti a fare la loro parte, ritornando nuovamente in servizio. Tra i primi a dare la propria disponibilità è stato l’ex primario di Urologia Domenico Rubino e poi, ancora i chirurghi Rocco Cimino e Biagino Fiscella, ed altri ancora che sarebbero ben lieti nel dare una mano per salvare l’ospedale di Polla.
“Ovviamente dovremmo avere tutele e garanzie da parte della Direzione generale affinchè la nostra azione di volontariato non si ripercuota contro di noi e contro le nostre famiglie – riferisce ad Ondanews il dottore Rubino – Non vorremmo, insomma, che un atto di altruismo da parte nostra si trasformasse in un atto di autolesionismo” .
Il dottore Rubino fa espresso riferimento al fatto che, su disposizione della Direzione dell’ASL Salerno, coloro che intendessero offrire la propria volontaria collaborazione, tra le altre prescrizioni, “devono stipulare autonomamente un’assicurazione che li tuteli nell’esercizio della loro attività”.
“Oltre che assurdo – continua Rubino – questa disposizione è un attacco alla dignità personale di chiunque voglia mettere a disposizione la propria professionalità per fornire collaborazione. La nostra generosità non deve passare per dabbenaggine”.
Tra chi, invece, esprime netta contrarietà a fornire alcuna collaborazione per le sorti dell’ospedale è l’ex primario del reparto di Neurologia, il dottore Pietro Greco. “Mi piange il cuore constatare il lento declino di questo ospedale per la cui sorte tutti noi abbiamo gettato sempre il cuore oltre l’ostacolo – riferisce ad Ondanews il dottore Greco – Ho passato mesi e mesi, prima di andare in pensione, ad elemosinare più attrezzature, più personale, soprattutto più medici, ma le mie richieste sono cadute sempre nel vuoto. Ed ora, a cosa potrebbe servire la mia presenza, in corsia, se da quando sono andato via non è cambiato nulla? Completamente nulla. Attualmente, infatti, la gestione è affidata ad un solo medico che, umanamente, non ce la può fare a gestire tutto ciò di cui un reparto ha bisogno. Quindi, un mio eventuale ritorno non servirebbe assolutamente a nulla. No, se da lassù qualcuno ha deciso che il nostro ospedale debba andare allo sfascio, facciano pure”.
Un “No, grazie” è giunto anche dai medici Gabriele Mare e Giovanna D’Elia. “Ci dispiace veder finire in questo modo il nostro ospedale – riferiscono i due professionisti – ma nella vita ci sono altre priorità come gli affetti familiari che abbiamo trascurato per tutto il tempo che siamo rimasti in ospedale. Piange il cuore vedere il nostro ospedale ridotto in queste condizioni, ma i tantissimi errori del passato non si risolvono confidando sulla volenterosa disponibilità dei medici andati in pensione”.