Il gesto del sindaco di Sala Consilina Francesco Cavallone di incatenarsi davanti al carcere ha richiamato fortemente l’attenzione su una questione che non accenna a chiudersi, ma che anzi continua ad essere di forte attualità, suscitando attenzione a livello nazionale. Questa mattina anche le telecamere di La7 del programma “L’aria che tira”, con la giornalista Daniela Volpecina, accompagnata dai colleghi Rocco Colombo, Pasquale Lapadula e Lorenzo Peluso, sono state a Sala Consilina per approfondire l’argomento, con riferimento soprattutto agli effetti negativi sul piano economico prodotti dalla chiusura del carcere, del tribunale e della ferrovia.
- Sindaco, facciamo il punto della situazione. Cosa sta accadendo in questi giorni?
Partiamo da lontano, precisando che la struttura carceraria di Sala Consilina è stata chiusa con decreto del Ministro della Giustizia il 27 ottobre 2015, notificata al Comune di Sala Consilina il 4 novembre. Nell’arco di pochissimi giorni sono stati trasferiti tutti i detenuti e trasportate le armi che erano all’interno della struttura penitenziaria. Scopriamo però che, a distanza di circa 3 mesi, all’interno della struttura ci sono ancora 14 agenti di polizia penitenziaria, 2 dipendenti amministrativi e un medico, che sembrerebbe, però, che nella giornata di ieri abbia finito il suo lavoro e se ne sia andato. Quando si fa un intervento che mira alla spending review e si vede che poi si tengono dei dipendenti che continuano ad essere trattenuti su un posto di lavoro inutilmente e non per colpa loro, diventa una situazione paradossale, di cattivo funzionamento dell’apparato burocratico amministrativo, che ha dei responsabili precisi. E’ un problema grave in un periodo di grossa difficoltà economica. Le responsabilità dovranno essere accertate dalla Corte dei Conti, perchè, oltre agli stipendi dei dipendenti, dobbiamo tener conto delle utenze, come acqua, luce, gas, che continuano ad essere pagate.
- Ad aggravare la situazione c’è la decisione del Tar, che ha respinto la richiesta di sospensione della chiusura.
Nel ricorso, l’Avvocatura dello Stato ha dichiarato che all’interno della struttura penitenziaria c’erano solo due unità. Questo è gravissimo, perchè l’Avvocatura non può dire cose non vere all’interno di un procedimento giudiziario. Non finirà sicuramente qui. Il problema verrà evidenziato nel prosieguo della causa. Che credibilità può avere un Ministero agli occhi di un cittadino se dichiara cose non vere?
- La chiusura del carcere è stata collegata alla chiusura del Tribunale, come sua diretta conseguenza.
Nel decreto di soppressione si afferma che il carcere è stato chiuso perchè non è più sede di Tribunale, ma il Ministero ha dimenticato che il Tribunale di Sala Consilina è accorpato al Tribunale di Lagonegro, che non ha un istituto penitenziario. Undici anni fa era stato revocato il precedente decreto di soppressione perchè si doveva costruire un altro istituto penitenziario. Al Ministro chiedo che fine hanno fatto i soldi destinati al Comune di Sala Consilina per costruire il nuovo carcere. E’ una situazione grottesca, vergognosa e scandalosa. Non mi fermerò qui, a costo di scrivere alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo. Chi ha sbagliato in questa vicenda deve pagare.
- In questa sua battaglia si sente solo? Pensa che il Vallo di Diano le sia vicino?
Non mi sento solo, perchè sicuramente gli altri amministratori mi sono stati vicini anche nella battaglia contro la chiusura del Tribunale. Sicuramente ha fatto scalpore scoprire un aspetto di un’Italia che non funziona, ma io continuo a confidare nell’appoggio dei Presidenti della Provincia e della Regione con un intervento “ad adiuvandum”. Cercheremo di dimostrare che l’istituto penitenziario dovrà essere riaperto.
- Quali azioni metterà in campo nei prossimi giorni?
Io non cercherò un contatto con il Ministro della Giustizia, che si è già dimostrato poco sensibile nel passato nel non incontrare un amministratore, non un appartenente al suo partito politico. L’aggravante è che facciamo parte di una filiera istituzionale che, iniziando dal sindaco di Sala Consilina per andare poi al Presidente della Provincia, della Regione, al Ministro della Giustizia e al Presidente del Consiglio, ci accomuna tutti nell’appartenenza allo stesso partito. L’Amministrazione di Sala aveva presentato al Ministero un progetto di adeguamento per portare la struttura al minimo dei 51 posti previsti per legge. Credo che tale progetto non sia stato mai preso in considerazione. Non è mai arrivato nessun segnale da parte del Ministero. E’ un episodio di grave scorrettezza istituzionale. Continueremo nella strada intrapresa, quella della battaglia giudiziaria.
– Filomena Chiappardo –
Che bello il P.D. …..litigarello…!!!!!!
Vergogna….CAPRE.