Gli attivisti di “Salerno Climate Save” e “Napoli Climate Save”, in collaborazione con i volontari dell’associazione ambientalista “Marevivo”, si sono riuniti domenica scorsa presso la spiaggia libera adiacente al Lido Mimosa e alla pineta, in occasione del secondo intervento di beach clean up nell’ambito della campagna nazionale “Adotta una spiaggia” ideata da Marevivo.
L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Capaccio Paestum, prevede la pulizia manuale e periodica della spiaggia di Gromola e il suo monitoraggio. La giornata ha visto coinvolti attivisti e attiviste nella rimozione di oltre 400 kg di vari tipi di rifiuti, anche ingombranti: tantissime bottiglie in vetro sia integre che rotte, svariati pezzi di prodotti in plastica, una tavola da surf e ancora uno scaldabagno, una bombola del gas e varie reti da pesca. Sono stati ritrovati, perlopiù sotterrati, molti chili di catrame e altri prodotti edilizi.
Inoltre, sono stati rinvenuti i dischetti del depuratore di Capaccio Paestum protagonisti dello sversamento che ha interessato l’impianto nel 2018 in gran parte del Mediterraneo.
I rifiuti raccolti sono stati sistemati in un punto convenuto per essere poi ritirati dal Comune e avviati al corretto smaltimento. Al termine delle operazioni i volontari e le volontarie si sono fermati per uno spuntino vegano, usando prodotti plastic free.
Dal suo inizio, nel 2021, la campagna nazionale di Marevivo “Adotta una spiaggia” ha permesso il recupero di ben oltre 15 tonnellate di rifiuti dalle 20 spiagge adottate in tutta Italia grazie ad oltre 2000 volontari e attivisti sul territorio.
Le tre associazioni invitano i cittadini a rispettare i litorali sabbiosi che insieme alle dune sono i luoghi con il peggior stato di conservazione nonostante le direttive europee, le convenzioni internazionali, le leggi nazionali e regionali ne promuovano in vario modo la tutela sia a livello di ecosistemi che di specie.
Tra le principali minacce ci sono l’inquinamento da rifiuti, liquami e plastica, il turismo incontrollato, la distruzione della vegetazione a terra e delle praterie di posidonia, la cementificazione e l’erosione, fattori questi che stanno distruggendo le aree costiere, mettendo in pericolo sia gli animali che gli esseri umani.