Si è aperto ufficialmente, il 1° ottobre scorso, il Cammino Giubilare Longhiano, un anno speciale per celebrare il 150° anniversario dell’arrivo del Beato Bartolo Longo a Pompei.
La Diocesi di Teggiano – Policastro per l’occasione sabato 11 marzo andrà lì in pellegrinaggio per rivolgere una preghiera alla canonizzazione del Beato, le cui spoglie sono conservate proprio a Pompei, nella cappella a lui dedicata. Sarà una partecipazione attiva quella della Diocesi: dopo aver recitato il rosario alle 18, il Vescovo S.E. Monsignor Antonio De Luca officerà la Santa Messa e i cori liturgici sono affidati ai membri della Diocesi.
E’ sempre fervente la fede verso la Madonna di Pompei da più parti d’Italia, in particolare dai paesi del nostro comprensorio. Le radici del legame tra le comunità valdianesi e la Vergine di Pompei sono rintracciabili già nel secolo scorso, in particolare tra i cittadini di Sanza. Esiste a tal proposito documentazione che attesta la partecipazione di alcune famiglie sanzesi all’edificazione della facciata del Santuario Mondiale Pompeiano. Longo, infatti, il 2 febbraio 1896, nel periodico “Il Rosario e la Nuova Pompei” invitava “tutti i mei fratelli e sorelle sparse per l’Orbe a concorrere al finale compimento del Tempio di Maria, cioè all’erezione della facciata artistica, monumentale esprimente il voto del mondo per la Pace Universale”.
La raccolta fondi andò oltre le aspettative: inizialmente Longo pensava di spendere mezzo milione per i lavori, ma fu raggiunto in poco tempo il milione di lire perciò decise di alzare il budget a un milione e 300mila lire.
Il Beato Longo il 25 marzo 1901 così scriveva: “A tutti quelli che amano e sospirano la Pace Universale pongano su questo foglio la propria firma accompagnata dall’offerta di un soldo solo per una sola volta, che servirà a pagare le ultime spese per la Facciata monumentale del Santuario in Pompei”. Necessitava di 40 firme accompagnate dalle relative offerte e chiunque avesse contribuito avrebbe ricevuto il “Diploma di benemerito promotore della Pace Universale”.
“Il diploma sarà un ricordo della Facciata impresso dai figli dei carcerati, meritevole di essere conservato nelle famiglie per tramandare ai posteri il nome di chi si è reso Benemerito promotore della pace Universale”, si legge nel documento storico.
Nel modulo inviato a Sanza si contano 26 firme per un totale di 5,75 lire, di cui una lira fu donata da Giovanni Bonomo e un’altra lira dal Reverendo Gennaro Campolongo. Il documento riporta la data del 1° giugno 1901 e la firma del collettore identificato con la Congrega del Santissimo Sacramento.
Molte famiglie, dunque, erano devote alla Madonna di Pompei e la fede si è perpetrata nei secoli, tant’è che nel 2010 la Parrocchia di Sanza ha accolto l’effige della Vergine con una calorosa e devota partecipazione.
E’ in corso il processo di canonizzazione di Bartolo Longo, proclamato Beato il 26 ottobre 1980 da Papa Giovanni Paolo II che lo definì “l’uomo della Madonna“. Al Beato sono legati diversi miracoli, come intercessore della Madonna di Pompei. Una testimonianza si trova nella corrispondenza tra una suora delle orfanelle di Pompei e il sanzese Pasquale Bonomo: la religiosa raccontava di esser malata di tubercolosi e di aver un dolore perenne allo stomaco. Una notte sentì una voce femminile che le chiedeva di pregare per un’ora la Vergine di Pompei. Lei obbedì e la mattina seguente riuscì ad alzarsi dal letto. Il miracolo era stato compiuto. Nelle lettere successive ricordava sempre con devozione l’evento miracoloso e invitava rivolgere preghiere di ringraziamento.
Chi era Bartolo Longo?
Bartolo Longo, originario di Latiano in provincia di Brindisi, è stato fondatore del Santuario, delle Opere di carità e della Nuova Città di Pompei, dove era giunto per amministrare i beni della Contessa Marianna Farnararo, vedova De Fusco, che poi diventò sua consorte e cofondatrice del sacro monumento.
Arrivato lì, manifestò il suo desiderio di costituire tra i contadini una confraternita del Rosario allo scopo non solo di recitare il rosario, ma anche di assistere gli infermi e di accompagnare i morti al camposanto. Da quell’anno cominciò il suo apostolato nella Valle di Pompei che lo porterà poi alla costruzione del Santuario e di tutte le altre opere connesse.
La prima pietra del Santuario fu posta nel 1876 e da lì iniziò a svilupparsi una vera e propria città: Longo, infatti, diede vita a istituti per l’accoglienza degli orfani e dei figli dei detenuti, all’ufficio postale e telegrafico, alla via Sacra, alle case operaie, alla stazione ferroviaria e alla fontana pubblica.
Bartolo Longo, dunque, fu non solo un apostolo del Rosario, ma ebbe anche un indiscutibile ruolo sociale e civile.