Si ritorna a discutere della questione riguardante il canile comprensoriale situato in via Marrone a Sala Consilina dopo che il presidente del Codacons Roberto De Luca ha di nuovo acceso i riflettori sul randagismo nel Vallo di Diano e sugli ultimi episodi di violenza su animali.
“Ogni inizio di primavera, il fenomeno del randagismo torna a esplodere nel Vallo di Diano e non si riesce a venire a capo. Possiamo dire – dichiara De Luca – che negli anni scorsi si sono registrati episodi di attacco a persone e ad animali da allevamento da parte di branchi di randagi. Per quanto concerne i danni provocati a questi esseri vaganti si sta assistendo ad un crescendo di atti scellerati nei loro confronti. Appartiene alla cronaca di questi giorni il ritrovamento di cinque cuccioli avvelenati a Polla. Una cagnetta incinta è stata sparata a pallettoni a Sala Consilina poche settimane fa. La nostra associazione, nel condannare fermamente tali spregevoli atti, sottolinea che il Codice Penale stabilisce che gli autori di questi gesti possono essere puniti con la reclusione da 4 mesi a 2 anni. Si spera che le indagini condotte dalla Magistratura su questi episodi possano portare a individuare e punire i responsabili. Lo spargere di esche avvelenate, oltre a colpire i cani randagi, può mettere in serio pericolo anche l’incolumità di persone e bambini”.
Il Codacons ha fatto riferimento anche alla costruzione del canile nel Vallo di Diano: “Nel 2009, esattamente dieci anni fa, venne annunciata la posa della prima pietra del canile comprensoriale. Al momento non si hanno notizie sul funzionamento di tale struttura né dello stato dei lavori”.
Non si è fatto attendere al riguardo il commento di Raffaele Accetta, presidente della Comunità Montana Vallo di Diano, che ha chiarito come i lavori del canile sono stati in parte completati e a breve la struttura sarà funzionante.
“I lavori almeno per quella parte che si andrà ad utilizzare subito sono completati e l’ASL deve solo allestire le attrezzature per l’ambulatorio – chiarisce Accetta – La società a breve darà avvio alla gestione. In questo modo si possono finalmente mettere a tacere tutte le speculazioni e le strumentalizzazioni di questi anni. Siamo stati costretti a completare l’opera, affidando la gestione ad una società privata, perché tutti i Comuni non hanno potuto farsene carico per ragioni legate alla spesa. La Comunità Montana, piuttosto che farlo diventare un luogo abbandonato, ha fatto di tutto affinché si completasse l’opera. Adesso manca solamente una parte”.
– Annamaria Lotierzo –
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