La Giunta della Regione Campania, guidata dal Presidente Vincenzo De Luca, ha approvato le nuove misure relative alla diagnosi di infezione da Covid-19 e i criteri di fine isolamento.
Dal 27 dicembre, il test antigenico rapido positivo è sufficiente a definire il caso confermato di Covid-19 (Circolare del Ministero della Salute 11.08.2021) ed a porre la persona in isolamento, senza la necessità di effettuare la conferma con un ulteriore test molecolare RtPCR.
Il test antigenico rapido, inoltre, deve essere somministrato anche ai contatti stretti ad alto rischio che saranno posti immediatamente in quarantena.
Il test antigenico rapido potrà anche essere utilizzato per la valutazione del termine dell’isolamento di un caso confermato di Covid-19, ai sensi della normativa vigente in materia (D.L. del 30/12/2021 n. 229 e Circolare Ministeriale n. 0060136 del 30/12/2021). In quest’ultimo caso il paziente non dovrà effettuare il test molecolare di conferma salvo diverse disposizioni dei Dipartimenti di Prevenzione o dei Medici di Medicina Generale (MMG) e Pediatri di Libera Scelta (PLS).
Come si legge nella delibera, è raccomandato in ogni caso di prevedere l’esecuzione di un test diagnostico (anche antigenico rapido) a fine quarantena per tutte le persone che vivono o entrano in contatto regolarmente con soggetti fragili e/o a rischio di complicanze.
Tutti i soggetti autorizzati all’esecuzione dei test antigenici (farmacie, laboratori, ecc.) dovranno garantire l’inserimento dei dati relativi ai test antigenici rapidi nel sistema informatico regionale Sinfonia, al fine di permettere la tempestiva presa in carico dei casi di positivi da parte dei dipartimenti di prevenzione aziendali. Le attività di presa in carico e il tracciamento dovranno essere prioritariamente orientate alla valutazione clinica ed epidemiologica dei seguenti casi: persone a rischio aumentato di forme gravi di Covid-19, incluse le persone non vaccinate; persone che vivono, lavorano o visitano o offrono servizi a persone ad elevato rischio di forme gravi di Covid-19; persone (contatti) che vivono insieme o che forniscono assistenza al caso positivo; persone che vivono, lavorano o visitano comunità chiuse, ambienti lavorativi affollati o eventi/contesti ad alto rischio di estesa diffusione virale; o focolai o cluster già conosciuti.