Nuove importanti scoperte archeologiche nella Grotta della Cala, un sito preistorico che si trova nel comune di Camerota.
Qui un gruppo di ricercatori dell’Università di Siena e dell’Université Côte d’Azur CNRS CEPAM ha condotto uno studio pubblicato sulla rivista “Journal of Archaeological Science: Reports” che ha fatto luce sulla produzione di armature litiche per armi da getto, realizzate localmente dagli abitanti appartenenti alla cultura Epigravettiano, diffusa tra i 26mila e i 10mila anni fa.
Tutte informazioni, quelle svelate, che sono di preziosa importanza per comprendere il comportamento e le strategie di sussistenza dei gruppi di cacciatori-raccoglitori che abitarono la costa del basso Cilento durante il Paleolitico superiore.
Lo studio si è concentrato su un set di 43 strumenti litici, rivelando che molti di essi presentano fratture da impatto, segno inequivocabile del loro utilizzo come armature per frecce e giavellotti. La scoperta suggerisce che i cacciatori-raccoglitori epigravettiani fossero abili nella costruzione di armi sofisticate, capaci di incrementare l’efficacia delle loro battute di caccia. I risultati hanno permesso di identificare fratture da impatto su molti di questi strumenti, suggerendo un loro probabile utilizzo come armature per frecce o giavellotti. Inoltre, la presenza di strumenti non utilizzati, insieme a manufatti in corso di lavorazione, ha portato a ipotizzare che queste armature venissero prodotte direttamente nel sito.
Le ricerche portano alla luce straordinarie informazioni non solo sulla tecnologia litica, ma anche sulle pratiche di caccia dei gruppi umani di quest’epoca. I resti faunistici rinvenuti nel livello O, dominati dai resti di cervidi e con tracce di macellazione, indicano che le prede più ambite dai cacciatori erano gli ungulati, animali che vivevano in ampie aree boschive nelle immediatezze della grotta.
Dunque preziose informazioni sulla vita delle popolazioni che abitavano i luoghi del Cilento circa 20mila anni fa continuano ad emergere grazie ai reperti trovati a partire dagli anni ’60 e le ricerche continuano presso la Grotta tutt’oggi sotto la direzione dell’Università di Siena, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle province di Salerno e Avellino e con il sostegno dell’Amministrazione comunale di Camerota.
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