Lettera aperta alla redazione di Franco Iorio
Di venerdì 27 settembre scorso dobbiamo parlarne ancora, una giornata memorabile segnata da una marea di giovani paragonabile a uno tsunami. Manifesti e cartelloni con il tema scritto a colori vivaci e su tutte le piazze del mondo milioni e milioni di voci in una sola, possente, che esprimeva la voglia di esserci nella lotta ai cambiamenti del clima e a inquinamento.
L’inondazione di gioventù ha offerto l’immagine di uno slancio, di un furore brioso, di una passionale fermezza da restare increduli. Di certo ha gelato il sangue nelle vene ai potenti della terra. E sì, perché i giovani sono portati a lottare per sogni lontani, quelli che nella società del futuro porteranno un insieme di pace, di giustizia, di uguaglianza. La difesa dell’ambiente e la salvaguardia del clima sono entità inalienabili del mondo di domani nel quale vivranno, problemi oggi per i quali accettano battaglie concrete e realizzabili. Sufficiente a smuoverli è stata una sedicenne di nome Greta Thumberg, svedese, al grido “Skolstrejk för klimatet” (sciopero scolastico per il clima). Greta è figlia di una nuova generazione, come i milioni di ragazzi suoi pari che hanno invaso le piazze del mondo. Miracolo, perché tale è questo sogno che i giovanissimi inseguono.
Allora forza ragazzi, non fatevelo sfuggire di mano il “mondo di domani”. Pretendetelo, reclamatelo, rivendicatelo, perché è vostro il mondo nel quale abiterete e avete tutto il diritto che sia più pulito, più verde, più respirabile, più vivibile, più umano. Siete i ragazzi del “Fridays for future” e poco importa se guardati e accolti da parecchi con sufficienza, anche con qualche sfottò. Loro sono i cosiddetti “intellettuali di grido”, con il contorno di intellettualoidi autoreferenziali.
Di certo non saranno i venti di una destra nazionalista o la mediocrità del ceto sovranista a impedire alla marea giovanile di avanzare. Il loro tempo, il tempo dei soloni è scaduto.
In verità anche il nostro tempo è scaduto, lo dico con la serena coerenza che accompagna quella lucidità che mi sorregge. Occorre cedere il passo ai giovani capaci di tracciare un avvenire della scienza, della politica, della concretezza e della programmazione. Sappiamo bene che l’ambientalismo e l’ecologismo sono cose serie, ma la passione che questi ragazzi hanno messo in piazza è qualcosa di cui il mondo intero non può fare a meno. Diciamo solitamente che i giovani sono lontani dalla politica, la trovano vecchia, non interagisce con il loro mondo, non li rappresenta. Ma ora finalmente i ragazzi hanno trovato il loro sogno politico: cogliamo l’occasione forse unica e irripetibile per dare loro una mano a realizzarlo. Ciascuno di noi con le proprie competenze, ognuno nel proprio piccolo, nella quotidianità, con modestia e serietà, certi che l’obiettivo del sogno è palpabile e appartiene a tutti. Quel giorno di venerdì 27 settembre noi adulti, nonni o genitori eravamo lì tutti, anche un poco emozionati a guardare i nostri nipoti e/o figli che andavano alla loro forse prima manifestazione. Siamo stati noi di una certa età una generazione fortunata, ossessionati dall’ambizione di cambiare il mondo, tormentati dalla presunzione di rinnovare la terra e l’esistenza. Un sogno troppo grande, chimerico, abbiamo tentato di farlo con presunzione, senza riuscirci. Troppi errori, fatti in buona fede e anche no, e li abbiamo pagati, li paghiamo.
Per quanto mi riguarda non mi arruolo tra i pentiti, rifarei tutto sia pure con qualche correzione. Rivedo nella memoria quei giovani di allora, coinvolgenti e appassionati, spavaldi e coraggiosi… ma veramente oggi è tutto perso? No, non credo. Parecchio di quelle lotte è rimasto e oggi dobbiamo impegnarci a renderlo semmai più positivo. I giovani pensano che tutto ciò che c’è intorno e che hanno trovato sia esistito da sempre. Ebbene no, dietro ci sta tanto lavoro, ci sta tanto impegno, ci sono tante lotte politiche, penso a quelle del ’68, degli anni settanta. Tanta passione. Tanta amarezza. Tutta questa storia deve trasformarsi nella consapevolezza che occorre ancora e sempre lottare per raggiungere livelli migliori di vita.
Sappiamo e vediamo anche che i mari sono pieni di plastica, che l’atmosfera è satura di CO2, che le falde acquifere sono contaminate di metalli pesanti, che dietro al profitto e al malaffare è nascosto l’inquinamento dei terreni anche nelle nostre zone. Rifletto che nemmeno la Giustizia ha funzionato: assoluzione e prescrizione dopo 11 anni di indagini. Consumismo e iperproduzione avvelenano ovunque, l’ambiente è contaminato, povertà e ricchezza divaricano i livelli sociali, nel marasma sono scomparsi i valori. La nostra Regione esprime sacche di povertà che si completano mischiandosi con l’inquinamento “aggiunto”. Penso alle trivellazioni e ai pozzi di petrolio nella vicina Val D’Agri e agli impatti negativi per l’ecosistema, per i sistemi idrici e potabili, per le aziende biologiche presenti nel territorio di Marsicovetere. Ecco, affrontare queste questioni non è certo facile, si corre il rischio di essere catastrofici. Ma è certo che alla giovane Greta dobbiamo riconoscere il grande impulso dato ai problemi e dirle semplicemente GRAZIE.
– Franco Iorio –