La figura di Dioniso, le connessioni tra i rituali dionisiaci e l’uomo moderno sono stati gli elementi dell’incontro seminariale “Il Potere della Natura. L’uomo e Dioniso” tenutosi ieri a Buonabitacolo, presso la Biblioteca comunale. L’evento promosso dall’Associazione Skenai, in collaborazione con la Pro Loco e il Comune, è stato il preambolo del progetto culturale “Dionisos” che prenderà forma in una messinscena teatrale a giugno a Sapri.
A discettare sulla figura di questa divinità sono stati Enzo Lovisi, cultore di tradizioni popolari, Giancarlo Guercio, regista teatrale e sindaco di Buonabitacolo e Donato Antonio Loscalzo, docente di Lingua e Letteratura greca presso l’Università di Perugia.
“Dioniso è il castigatore, è l’uomo e il suo contrario, è un bambino, ma anche un vecchio; si fa trovare in vesti femminili come in quelle maschili. La forza dei suoi riti si è tramandata fino ai nostri giorni, in particolare ne ritroviamo tracce nelle feste patronali e nei rituali legati al ciclo agrario – esordisce Lovisi – Ad esempio ‘i cinti’, ex voto presenti nelle feste dionisiache sono le stesse strutture composte di candele che i credenti portano in testa durante le processioni dei Santi. Hanno la stessa forma a barca del carro su cui arrivava Dioniso nelle città”.
Dai riti propiziatori a quelli del Carnevale, specialmente nella maschera di Pulcinella, Dioniso è sempre presente. È il dio che si innesta nelle viscere dell’essere per liberare l’uomo dalle briglie della morale personale e collettiva che la società impone.
“Siamo figli diretti della cultura classica e dionisiaca che ci spinge al ragionamento critico perciò non dobbiamo lasciarci abbindolare dalla modernità con la quale barattiamo la nostra vera identità – commenta Guercio – Salvaguardare la nostra specificità a discapito della omologazione è una tutela necessaria per la salvezza dell’identità dell’essere. Questa serata ha l’obiettivo di creare relazioni di senso con l’aiuto della cultura, che per me è ‘poietica’, ovvero si trasferisce sul piano del fare. L’aspirazione è portare nelle coscienze delle persone che si incontreranno una riflessione di consapevolezza quindi rinvigorire una coscienza collettiva sulla quale dobbiamo fare forza per sentirci in armonia”.
La convergenza degli opposti nella figura di Dioniso si evince già dalla sua nascita, per metà umana per metà divina. “Dioniso è un dio epidemico, che fa visita all’uomo. Dioniso è il Cristo: entrambi nascono, muoiono e rinascono. Ambedue entrano in comunione con l’uomo attraverso il rituale del vino – dichiara Loscalzo -. Attraverso il vino attingiamo ad uno stato superiore, quasi quello divino, eliminando le nostre angosce”.
– Ornella Bonomo –