Dopo 34 anni di precariato entra finalmente nei ruoli della scuola, a poco più di tre anni dalla pensione. La professoressa Maria Tafuri, 61 anni, è la donna più felice del mondo.
“Divento insegnante di ruolo nel giorno in cui ho avuto la notizia di diventare nonna. Che cosa si vuole più dalla vita?”dichiara la professoressa Tafuri.
Dopo l’”anno di prova” superato brillantemente, la professoressa Tafuri è stata festeggiata da tutto il corpo docente dell’Istituto Comprensivo di Buonabitacolo. “Almeno non andrò in pensione da precaria – continua la professoressa Tafuri – anche se devo confessare che il fatto di essere, alla mia età, ancora una precaria, mi ha fatto sentire sempre una ragazzina alle prime armi, con tanto entusiasmo addosso che mi ha consentito di avere una passione sempre intensa in tutte le scuole in cui ho prestato servizio. Essere entrata nei ruoli della scuola, per me, è il coronamento di un sogno ed il mio pensiero va a tanti miei colleghi che nutrono la mia stessa speranza. Per noi che ne abbiamo passate tante cambiando spesso scuola – conclude la professoressa – andare in pensione da precari è davvero triste.”
E dopo l’abbraccio e le congratulazioni di tutti i suoi colleghi, per la professoressa neo immessa in ruolo sono giunte, puntuale, le lacrime liberatorie per un traguardo tanto agognato e, finalmente, raggiunto.
– redazione –
E’ una cosa di cui si devono VERGOGNARE alti burocrati, legislatori, politici, ecc. ecc.
Alla Professoressa Maria Tafuri va la mia sincera ammirazione per la signorilità con la quale ha commentato la Sua immissione in ruolo. E’ una persona positiva e sicuramente una valida educatrice: con invidiabile serenità ha cercato gli aspetti positivi nella sua esperienza di lavoro e li esterna con la gentilezza d’animo di una messaggera di pace e del bello.
La Professoressa mi fa pensare che sia figlia di Buonabitacolo perché reputo gli abitanti di questo paese ricchi di saggezza e fede e quindi capaci di sdrammatizzare anche le situazioni poco piacevoli.
Io non possiedo tali virtù per cui mi sento ribollire, dentro, per l’indignazione e la frustrazione che m’invadono: non posso concepire che per colpa di inetti, incapaci, irresponsabili vengano scippate di sogni, progetti, serenità, persone che hanno dato buona parte della loro vita agli studi per migliorarsi e, di conseguenza, per alzare il livello di civiltà della Nazione. Non è ammissibile che un Paese che blatera di essere tra i più civili al mondo si renda poi poco credibile anche con questi comportamenti di assoluta mancanza di rispetto della dignità della persona, della umiliante considerazione del ruolo della SCUOLA,
dell’occulto (ma non tanto) condizionamento (se non accaparramento) delle risorse umane e professionali.
La vita è solo una e se un giovane la pianifica in un certo modo e “paga il prezzo” per realizzare quanto aveva progettato, non dev’essere consentito a chicchessia di azzopparlo, tarpargli le ali, tenerlo sul filo del rasoio per anni ed anni fino ad arrivare alla soglia della pensione e quindi fino a quasi il tramonto della sua giornata di vita senza averlo rispettato nel suo sacrosanto diritto di viverla. Questo io lo chiamerei “latrocinio della vita”. Questo non aiuta…
Ci pensino i responsabili della cosa pubblica, si diano una sterzata perché ciò che accadrà domani, sarà conseguenza di quello che abbiamo fatto oggi… (E’ lapalissiano ma nessuno ci pensa…).
Facciamo trovare un mondo più bello (in tutti i sensi) alla nipotina o nipotino della Professoressa Maria Tafuri.
Intanto io Le invio i miei più sinceri auguri per il lieto evento e per la raggiunta tranquillità.
Mario Senatore
Grazie di cuore, gentilissimo signor Senatore per gli auguri ma non solo per quelli.
Lei mi ha descritta così bene che sembra un mio vecchio amico di vita.Sono senza dubbio una persona solare e positiva altrimenti non avrei potuto sopportare questo stillicidio che si è perpetuato per anni,non solo a mio danno ma di centinaia di migliaia di docenti precari di cui la nostra bella Italia si è sovraccaricata.
Non posso negare che ci siano stati molti momenti di rabbia e di frustrazione anche per me( come lei ha molto bene esplicato) però la fede e la forza di carattere che ho, mi hanno aiutata ad andare avanti e ad aspettare che questo giorno arrivasse.
Ho fatto i miei errori non sono voluta”emigrare “al nord per il ruolo, per crearmi una famiglia che ho voluto seguire il più possibile. Non mi pento di nulla, lo rifarei mille volte ancora, perché i momenti più belli dei tuoi figli se li perdi non c’è nessuno mai che potrà restituirteli.Però ha ragione quando dice che c’è stato il “latrocinio della vita”:
Questo momento lo avrei dovuto vivere almeno trent’anni fa, sarei stata, allora, veramente felice perchè avrebbero gioito con me, i miei genitori che oggi non lo hanno potuto fare, perchè sono tornati entrambi alla casa del padre.Non mi dilungo io sono molto prolissa quando inizio a parlare….voglio solo dirle: grazie, grazie di nuovo.
Auspico che il mio nipotino o nipotina, trovi un mondo migliore,in cui si possano recuperare i vecchi valori di un tempo, soprattutto, l’onestà e la giustizia.
Maria Tafuri