Ha dell’incredibile quanto accade nell’ufficio del Giudice di pace di Buccino, dove i giudici sono costretti ad autotassarsi attraverso una colletta per acquistare il materiale di cancelleria necessario allo svolgimento dell’attività giudiziaria.
“Per far funzionare i nostri uffici– spiega il giudice Rosaria Rita Izzi – siamo costretti a fare la colletta per acquistare le risme di carta, le penne, i toner per le stampanti e altro materiale”.
L’ufficio del Giudice di pace di Buccino fa capo a ben dieci Comuni del comprensorio Sele-Tanagro che dovrebbero contribuire alle spese per il mantenimento dell’ufficio situato nello storico palazzo Forcella– “Le spese dei nostri uffici-spiega Izzi– sono attualmente tutte a carico del Comune di Buccino perché gli altri Comuni sono “latitanti” nella gestione”.
Disagi cui si aggiunge anche la carenza di personale. “Oltre ai giudici, il nostro ufficio vanta ben tre dipendenti di cui due (un cancelliere e un’assistente) assunti con contratto a tempo part-time e una terza persona assunta con contratto a tempo indeterminato. I dipendenti part time – chiarisce Izzi – lavorano oltre l’orario stabilito nel contratto di lavoro, snellendo e garantendo un rapido funzionamento nella gestione delle pratiche burocratiche”.
Il giudice Izzi lancia infine un messaggio forte alle Istituzioni locali: “Se i sindaci vogliano mantenere ancora aperto l’ufficio del Giudice di pace a Buccino quale presidio di legalità, è necessario che intervengano al più presto”.
Un problema, dunque, che se non risolto potrebbe determinare la chiusura definitiva dell’unico ufficio del Giudice di pace della Valle del Sele-Tanagro.
– Mariateresa Conte –