Avviati i lavori di cantierizzazione dello stabilimento ex Apoff, bene confiscato alla criminalità organizzata ed oggi nel patrimonio del Comune di Eboli. Si tratta del cantiere necessario per l’intervento di rimozione dell’amianto presente, lavori propedeutici alla definitiva assegnazione del bene confiscato alla camorra.
“L’intero pacchetto delle operazioni di bonifica dell’area, insieme con la rimozione dell’amianto – spiega il sindaco Cariello – è finanziariamente a carico dell’Agenzia del Demanio per i Beni Confiscati. Un lavoro complesso, portato avanti anche grazie all’impegno quotidiano dell’assessore Anna Senatore e dell’assessore all’Ambiente, Emilio Masala, ed in stretta collaborazione con il comitato cittadino per la lotta all’amianto con cui abbiamo condotto una lunga battaglia”.
Solo dopo la rimozione dell’amianto, l’Agenzia attiverà le procedure per la manifestazione di interesse che porterà il bene confiscato nella disponibilità del Comune di Eboli. Peraltro, il sindaco Massimo Cariello aveva già reso disponibile il Comune di Eboli ad acquisire dall’Agenzia la disponibilità dell’ex Apoff, che insiste sul territorio comunale ebolitano.
“Abbiamo raggiunto questo risultato grazie ad un paziente lavoro di contatti con l’Agenzia – ricorda l’assessore Anna Senatore – Un obiettivo importantissimo, perché solo dopo la rimozione dell’amianto e la bonifica sarà possibile ottenere la disponibilità del bene confiscato, che rientrerà in un progetto teso a rendere fruibile la struttura e l’area per la collettività”.
La rimozione dell’amianto, non solo dall’ex Apoff, è un’azione che l’Amministrazione comunale porta avanti da tempo.
“Si tratta di un’azione che preserva l’ambiente e tutela la salute dei cittadini – spiega l’assessore all’Ambiente Emilio Masala – Stiamo operando sull’intero territorio, sia direttamente, sia con ordinanze ai privati affinché eliminino l’amianto da manufatti di proprietà. E’ una battaglia di salute ed ambientale che ci vede protagonisti insieme con associazioni e cittadini sensibili alla necessità di eliminare l’amianto”.
– Claudia Monaco –